iPad Air, spazio ai benchmarks: quanto è realmente potente il nuovo iPad?

Proseguono i nostri approfondimenti dedicati ad iPad Air. Questa volta si parla di numeri e benchmarks: quanto è realmente potente il nuovo iPad di Apple? Scopriamolo insieme grazie ad una serie di test specifici.

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È risaputo che i numeri non facciano la differenza in termini qualitativi, ma inevitabilmente si finisce per guardare i benchmarks di un nuovo device prima di valutarne l’acquisto, se si è interessati a conoscere l’effettiva potenza della dotazione hardware di quest’ultimo. Per chi non lo sapesse, per benchmark si intende un insieme di test (prova) software volti a fornire una misura delle prestazioni di un computer per quanto riguarda diverse operazioni (via Wikipedia). Solitamente i software per eseguire benchmarks tendono a spingere i processori dei dispositivi ai limiti, in modo da valutare le concrete potenzialità degli stessi.

 

Nel caso di iPad Air, abbiamo utilizzato diversi software specifici. Partiamo da Geekbench 3, sicuramente il programma più famoso per i benchmars su iOS e non solo. Ebbene, dopo il check di routine, il programma ha restituito due valori, uno dedicato al punteggio di un singolo core del processore A7 e l’altro dedicato al punteggio multi-core. Il primo (single core) è stato di 1474 (punteggio doppio rispetto ad iPad 4) contro i 1387 punti di iPhone 5s, che monta lo stesso processore del nuovo iPad. Per quanto riguarda il punteggio multi-core, invece, questo è stato di 2689 su iPad Air e di 2472 su iPhone 5s. Da questa prima indicazione emerge che iPad Air è leggermente più potente di iPhone 5s, anche se, trattandosi solo di numeri e di cifre molto vicine, la differenza in termini di performance sarà difficile da notare nell’utilizzo pratico dei due prodotti. Va anche segnalato che entrambi i dispositivi montavano iOS 7.0.3 al momento del test.

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Complessivamente, iPad Air risulta molto più rapido del predecessore nell’eseguire operazioni di compressione e decompressione di qualsiasi tipologia di file e anche nell’utilizzo degli algoritmi più diffusi. Un particolare curioso emerso dal benchmark realizzato con Geekbench 3 riguarda la RAM: mentre iPhone 5s monta una memoria da 1000 MB (1GB), iPad Air ne utilizza una da 976 MB.

Nei test grafici, eseguiti con il software 3DMark, iPad Air ha ottenuto un punteggio pari a 14758, contro i 13882 di iPhone 5s e i 10586 di iPad 4. Se la differenza con iPhone 5s è ancora una volta minima (anche se più accentuata nelle performance grafiche), con l’iPad di precedente generazione il divario diviene davvero importante, segno che tutte le operazioni più complesse a livello grafico (esecuzione di giochi pesanti, ad esempio) risulteranno notevolmente più veloci sul nuovo iPad Air grazie al chip A7. Inoltre, nonostante monti un processore dual-core, l’iPad Air riesce a mettere dietro di se alcuni dispositivi dotati di chip quad-core (se nelle performance finali la differenza tra dual e quad core non è così sensibile, nei benchmarks lo è tantissimo!) tra cui il Galaxy Note 10.1, il Microsoft Surface 2 e il Samsung Galaxy Note III (Exynos 5 Octa).

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Se da una parte tutta questa potenza in più può essere espressa solo in determinate situazioni, ossia quando il processore A7 del nuovo iPad Air viene spinto al massimo, dall’altra è possibile notare in qualsiasi circostanza (anche mentre si apre una cartella, per dirne una) una migliore reattività del dispositivo e una migliore fluidità delle animazioni di iOS 7. Questo anche grazie all’architettura a 64 bit del nuovo processore prodotto da Apple e dell’opportuna ottimizzazione del software operativo.

Conclusioni

iPad Air è di gran lunga l’iPad più potente di sempre. Abbiamo già visto il confronto numerico con iPad 4, ma anche nell’utilizzo quotidiano, nell’esecuzione di semplici operazioni, si nota una maggiore reattività del dispositivo. Se poi provenite da un iPad di terza generazione o precedente (o anche da un iPad mini di prima generazione) il salto in avanti sarà veramente notevole per quanto riguarda le performance. Non c’è null’altro da dire: Apple ha fatto veramente un ottimo lavoro!

 

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