Steve Jobs inviava email agli editori per convincerli di pubblicare i libri sull’iBookstore

Secondo le ultime prove emerse nel processo in cui il Dipartimento di Giustizia accusa Apple e altri 5 editori di collusione sul prezzo dei libri, Steve Jobs inviava delle mail alle varie società nel tentativo di far adottare il proprio modello di vendita.

Secondo quanto riportato, tra le prove sarebbe stata inserita una mail scritta da Jobs stesso in cui invita gli editori ad adottare il modello proposto dall’azienda di Cupertino. Allo stesso modo, leggendo la class action avviata da 17 stati come New York e il distretto di Columbia, essi accusano anche il Senior Vice President of Internet Software Eddy Cue di essere il tramite della collusione tra l’azienda e i vari editori.

Per chi non lo sapesse, gli stati reclamano il modello stabilito da Apple secondo il quale l’editore può scegliere qualsiasi prezzo; parallelamente l’azienda garantirà la pubblicazione sull’iBookstore, senza alcuna contestazione. Da questa “libertà”, i vari editori si sarebbero accordati per pubblicare libri a prezzi più elevati, in modo da guadagnare più denaro. Tale idea si discosta notevolmente da quanto offerto da Amazon, anche in questo caso colui che pubblica può scegliere il prezzo, tuttavia in genere si va a ribasso, ovvero si diminuisce notevolmente pur di vendere più copie.

Come specificato precedentemente, tra le prove è emersa una mail di Steve Jobs inviata ad un grandissimo numero di editori, eccovi in breve quanto riportato:

I seguenti punti sono le possibili scelte dell’editore che decide di pubblicare sull’iBookstore.

  • Buttarsi nella mischia con Apple e vedere se possiamo creare un tradizionale mercato di ebooks ai prezzi di 12.99$ e 14.99$.
  • Restare con Amazon a 9.99$. Sicuramente avrete un buon guadagno nel breve termine, tuttavia nel medio termine Amazon vi dirà che pagherà solamente il 70% di 9.99$. Essi hanno anche degli azionisti da pagare.
  • Rimuovere i vostri libri da Amazon. Nessuno potrà accedere più alle vostre creazioni, i “pirati” cominceranno a rubarle e nessuno potrà arrestarli. Fidati l’ho visto con i miei occhi.

Forse mi sono dimenticato qualcosa, ma non vedo altre alternative a quanto elencato. Tu ne vedi?

L’editore in questione decise poi di sottoscrivere il contratto con Apple 3 giorni dopo. Il processo continua e nuove prove emergono, voi che ne pensate?

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