Quale sarà il futuro di Apple nel settore della tecnologia? Quali nuovi prodotti contribuiranno a creare questo futuro? Cerchiamo di scoprirlo insieme tramite le stesse parole di Tim Cook, amministratore delegato dell’azienda.
Prevedere le mosse future di un’azienda come Apple non è mai stato facile. In passato, molti giornalisti e blogger hanno cercato di scoprire, magari dalle indicazioni ricevute da fonti più o meno affidabili, quelle che sarebbero state le prossime mosse dell’azienda di Cupertino. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, queste previsioni non sono andate a buon fine o sono state smentite sul nascere. In altri casi, però, va detto che qualcuno ci ha preso, magari aiutato anche da un po’ di fortuna. In ogni caso, oggi non siamo qui per dar risonanza all’ultima voce di corridoio e nemmeno per metterne in giro di nuove. Quello che cercheremo di fare è capire quale sia la rotta intrapresa dal capitano Cook per guidare Apple nei prossimi mesi; in altre parole, cercheremo di capire quello che sarà, in prodotti, software e servizi, il futuro dell’azienda di Cupertino e, per farlo, ci baseremo sulle stesse parole del CEO di Apple che sono state pronunciate nel corso dell’intervento alla D11.
Occhiali e orologi: il mercato dei “wearables”
Oltre alle migliorie meramente tecniche, che hanno portato sugli scaffali dei dispositivi sempre più evoluti, il progresso tecnologico degli ultimi anni è stato caratterizzato anche da una notevole attenzione all’interazione tra la persona e la macchina. Una evoluzione che ci ha portato ad apprezzare uno smartphone o un tablet quanto il nostro principale computer di lavoro, cosa assolutamente inimmaginabile fino a pochi anni prima. Il tablet ha sostituito il computer per molti, mentre lo smartphone è diventato il punto di riferimento della nostra vita. Si, è un’espressione al limite, ma oggi è difficile provare il contrario, purtroppo (?). E per quale motivo questi dispositivi vengono ormai preferiti, in determinate circostanze, al vecchio ed ingombrante computer? Perché sono più vicini, tanto tecnicamente quanto fisicamente, all’utilizzatore. Un computer chiamato “iPhone” finisce nella nostra tasca e cammina con noi, ci accompagna in ogni situazione. Lo stesso dicasi per il tablet, che offre un’esperienza d’utilizzo simile a quella di un notebook ma con una maggiore vicinanza (anche qui, tecnica e fisica) all’utilizzatore.
Come abbiamo visto, quindi, ormai si preferiscono quei dispositivi che possiamo portare sempre con noi e riescono a soddisfare gli stessi bisogni di un computer, offrendo anche qualcosa di più. Il prossimo passo, come dichiarato dallo stesso Tim Cook, è quello di avvicinare ulteriormente la tecnologia all’uomo; e quale è il modo migliore per farlo se non tramite i prodotti che possono essere indossati dall’utente? Analizzando le parole di Tim Cook, pronunciate alla D11, si può capire come la tecnologia “wearable” stia a cuore all’azienda di Cupertino. Probabilmente – almeno per ora – Apple non realizzerà uno smart-glass per competere con i Google Glass. Le motivazioni sono principalmente due: la prima è che Google è indiscutibilmente arrivata prima e, probabilmente, Apple è stata colta impreparata su questo fronte; la seconda – utilizzata dallo stesso Cook, un po’ sulla difensiva – è che i Google Glass hanno dei limiti oggettivi: non possono essere indossati dai portatori di occhiali e non riflettono lo stile o la personalità di chi li indossa, come invece fa qualsiasi altro occhiali. Per questi motivi, è più probabile che Apple realizzi qualcosa di diverso, qualcosa che non si è ancora visto in giro o che non ha sufficientemente convinto.
Non è un segreto che Apple sarebbe al lavoro su un iWatch, un orologio intelligente, probabilmente con iOS, che permetta di eseguire una serie di operazioni senza ricorrere all’iPhone. Ma perché mai dovremmo utilizzare un prodotto come questo se proprio grazie alla tecnologia abbiamo lentamente rinunciato all’utilizzo pratico di un orologio? È questo il primo punto importante: secondo Apple – o meglio, secondo Cook – un prodotto “wearable” non deve far sue le funzioni degli smartphone ed esprimerle in modo diverso, bensì deve avere un utilizzo completamente nuovo e sufficientemente “cool” da giustificarne l’acquisto e soprattutto l’utilizzo. Quindi, se iWatch sarà – come probabilmente sarà – questo dovrà necessariamente essere un dispositivo nuovo e distante da tutto ciò che abbiamo immaginato fino ad oggi: un dispositivo che vada ad affiancarsi e non a sostituire gli attuali iPhone, iPod touch e iPad di Apple.
E questo non è che il primo ramo di un grande albero di oggetti “wearables” che andrà a comporsi negli anni a seguire, vuoi per mano di Apple o per mano di altri.
iPhone: più modelli, più personalizzazione
Uno dei punti di discussione più interessante della D11 con Tim Cook è stato senza dubbio quello che ha riguardato i prodotti iOS. Tim Cook ha preannunciato – seppur indirettamente – l’arrivo di più modelli per ogni fascia di prodotto: questo è già accaduto, seppur in parte, con il rilascio dell’iPad mini (versione economica dell’iPad con Retina Display) e con la presentazione, a sorpresa, del nuovo iPod touch di quarta generazione da 16 GB, sprovvisto di fotocamera posteriore (versione economica dell’iPod touch di quinta generazione “standard”). La storia potrebbe ripetersi ancora una volta e a confermarlo è lo stesso Cook: “produciamo un iPhone all’anno, è vero. Ma ciò non ci impedisce di cambiare. Quindi si, produciamo un solo iPhone all’anno, ad oggi”. L’iPhone economico è una delle altre novità che Apple potrebbe presentare nei prossimi mesi. Oltre alle indiscrezioni, quindi, adesso abbiamo una semi-conferma direttamente dall’amministratore delegato di Apple.
Anche in questo caso, però, Apple non accetterà rinunce: il dispositivo dovrà essere nuovo (ad oggi, Apple ha indicato come iPhone “economici” i vecchi modelli in relazione all’ultimo rilasciato) e magari in linea, per caratteristiche estetiche e in parte anche tecniche, con l’ultimo dispositivo di fascia alta dell’azienda. Immaginate, quindi, l’iPhone economico come una sorta di iPhone 5 realizzato in plastica (ve ne abbiamo parlato più volte), quindi con materiali decisamente meno pregiati dell’alluminio, con processore A5 dual-core, magari anche con una fotocamera da soli 5 megapixel, ma con lo stesso Retina Display da 4 pollici dell’iPhone 5 e con un’estetica grossomodo simile, oltre che con iOS 7 e con tutte le nuove funzioni che esso porterà con se.
Oltre all’hardware – sempre secondo le parole di Tim Cook – Apple dovrebbe rendere più aperti i propri dispositivi, specialmente per garantire una migliore comunicazione tra i programmi interni (quelli predefiniti in iOS) e quelli esterni. Gli sviluppatori avranno quindi maggiore controllo, tramite le proprie apps, sulle funzioni del sistema operativo. Allo stesso tempo, proprio in funzione di ciò, l’utente avrà più possibilità di personalizzare questi dispositivi rispetto a quanto accade oggi. Ovviamente questi meriti andranno riconosciuti ad iOS 7, che si prospetta come uno degli aggiornamenti più importanti di sempre per iPhone, iPad e iPod touch, se non in assoluto quello più atteso e che implementerà le novità più interessanti.
Il piccolo, grande schermo (intelligente)
Se Steve Jobs fosse stato ancora in vita, probabilmente avrebbe tentato di rivoluzionare un altro settore della tecnologia di consumo: quello dei televisori. Nell’epoca degli smart-objects, la TV sembra essere rimasta un po’ indietro o comunque non al passo con l’evoluzione del restante settore. E per TV intendiamo tanto l’offerta di contenuti quanto il prodotto in se. Ad eccezione delle ultime smart TV (che sono comunque un esempio parziale) è difficile trovare, oggi, un televisore dotato di tali funzioni avanzate da far sembrare improvvisamente vecchi e superati tutti gli altri modelli. Certo, come detto, le smart TV sono un primo passo verso un’evoluzione che era lecito aspettarsi, ma probabilmente siamo ancora molto lontani dallo stato dell’arte. Non a caso, tra i probabili prodotti del futuro di Apple, rientra proprio una “iTV“, chiacchieratissima nell’ultimo periodo.
Interrogato più volte sull’argomento, Tim Cook ha risposto nel modo più interessante proprio alla D11: “Apple ha imparato tanto dalla Apple TV e dal suo successo. Ne faremo tesoro per il futuro”. Trattandosi di un prodotto ancora in produzione e da anni fermo o quasi nella sua evoluzione – se non per delle piccole modifiche che sono state applicate in questi ultimi anni – appare chiaro il riferimento al futuro di Apple nel settore dei TV, piuttosto che al semplice futuro di un prodotto come la Apple TV che, nonostante tutto, rimane un prodotto di nicchia. Se le voci che vogliono Apple nel settore dei televisori non fossero sufficienti, l’indicazione di Cook non fa altro che confermare questi pareri. Oltre ai Mac e ai dispositivi iOS, presto nascerà una TV tutta made-in-Apple. Le aspettative sono altissime ovviamente e, come sempre, ci si aspetta che l’azienda di Cupertino riesca a far tesoro della sua esperienza nel campo dei software e dei servizi per ovviare a delle eventuali lacune “di gioventù” nel settore hardware (che potrebbero non esserci, ovviamente).
La “iTV” dovrà fornire contenuti differenti, o quanto meno offrirli in modo differente, altrimenti cambierà poco o nulla rispetto ad oggi. Dovrà essere una smart TV (e questo ci pare scontato), magari con iOS a bordo e con la possibilità di utilizzare i dispositivi iOS come telecomandi, in alternativa a Siri per il controllo vocale. Molto probabilmente avrà una fotocamera, per consentire chiamate video con FaceTime anche dal salotto di casa, ed utilizzerà ovviamente le funzioni AirPlay che Apple ha già “testato” tra iOS e Apple TV.
Il discorso è sempre lo stesso: come dice Cook, per accettare un nuovo prodotto è necessario che questo abbia delle caratteristiche sufficientemente innovative e alternative a quelle dei prodotti della concorrenza. Così è stato per l’iPhone, così è stato per l’iPad e così sarà probabilmente anche per la iTV.
Apple e musica: legame indissolubile
Apple e musica. Da sempre legati e mai come oggi dipendenti una dall’altra. L’iTunes Store è ad oggi il negozio tramite il quale si acquista più musica nel mondo e lo si può fare stando seduti davanti al proprio PC in ufficio o a casa, oppure anche in mobilità, magari da iPad in tram. In questi anni, l’evoluzione della musica nel mondo Apple è stata quasi sempre costante e ha raggiunto il suo livello più alto nell’introduzione di iTunes Match, servizio nato nel 2011 per consentire agli utenti di caricare su iCloud la propria libreria musicale per ascoltarla in qualsiasi momento, ovunque ci si trovi. A due anni da iTunes Match e affini (tra cui Google Music) lo scenario è nuovamente cambiato: servizi come Spotify, Rdio, Deezer e simili hanno catturato l’attenzione (e i portafogli) di numerose persone. I pesci grossi – Apple e Google – non vogliono di certo stare a guardare. Mentre i primi hanno mantenuto fino ad oggi – ma forse solo per pochi giorni ancora – un basso profilo, i secondi hanno annunciato recentemente il servizio “All Access” per l’ascolto di musica in streaming in abbonamento.
Esattamente come nel 2011, adesso è il turno di Apple. Ci si attende, infatti, già alla WWDC 2013 o immediatamente dopo, che Apple annunci il servizio iRadio che potrebbe essere una estensione di iTunes Match o un qualcosa di completamente diverso. Anche qui, la iRadio dovrà essere in grado di fornire qualcosa di più rispetto alla concorrenza, altrimenti si rischia il flop. Google, ad esempio, potrà contare sul nome, ma l’offerta All Access non è affatto interessante, dato che riprende nei costi e nelle funzionalità ciò che Spotify e simili offrono da anni. Se Apple riuscisse anche solo ad offrire lo stesso servizio a prezzi più contenuti (e sappiamo che sul software è in grado di farlo) e ad arricchire il tutto con una grafica accattivante, probabilmente già solo questo potrebbe rappresentare quel “plus” che porterebbe molti a preferire Apple ad altri. Se poi a tutto ciò si aggiunge l’ottima copertura di artisti e case discografiche su cui Apple può fare affidamento, avendo maturato una sufficiente esperienza su iTunes Store, allora è chiaro che la iRadio potrebbe rappresentare un vero e proprio cambiamento nel settore dell’ascolto di musica in streaming.
Investimenti e acquisizioni, nuovi servizi
Apple ha un “problema” da risolvere. Un problema che molti di noi vorrebbero avere. Ossia quello di trovare un modo per investire quei 137 miliardi di dollari che ha attualmente in cassa. Ebbene, Tim Cook ha lanciato qualche indizio a riguardo nell’ultima intervista pubblica. Apple ha acquisito ben 9 aziende negli ultimi mesi e si prepara ad una “grande acquisizione” che sarà annunciata prossimamente. Tra i pesci piccoli, troviamo, ad esempio, WiFiSlam. Si tratta di un’azienda specializzata nella localizzazione GPS indoor, tecnologia che sicuramente Apple cercherà di implementare nelle suo servizio di Mappe. Si è parlato anche di una possibile acquisizione di Pebble, azienda produttrice dell’omonimo smartwatch, che potrebbe collaborare con Apple alla realizzazione o al miglioramento dell’iWatch.
Ma il nome più importante è sicuramente quello di Waze, azienda da tempo corteggiata da Apple. Nonostante le differenti proporzioni, Waze ha sicuramente più esperienza di Apple nel settore della navigazione, specialmente grazie al sistema “social” che è riuscita ad ideare e che permette ai singoli utenti di collaborare al miglioramento delle mappe e delle indicazioni. Per migliorare le tanto criticate Mappe, questa potrebbe essere un’acquisizione fondamentale per Apple.
Sembrerebbe, poi, che Apple non abbia mai abbandonato in via definitiva l’idea di realizzare un suo social network. Di sicuro l’esperimento Ping non è andato a buon fine (a qualcuno come il sottoscritto non dispiaceva però) ma anche Google, prima di Google Plus, aveva fallito con tanti altri servizi simili. Quindi, perché non riprovarci? Di sicuro Apple potrebbe fare affidamento, esattamente come Google, sul bacino di utenza fornito dagli utilizzatori di iOS e OS X, a differenza di Facebook, Twitter e altri. Questo permetterebbe all’azienda di lanciare il social network e “obbligare” tutti suoi utenti ad usarlo, in modo da colmare parte del gap che separa Apple da Google nel settore dei servizi online. Proprio a questo proposito, tornando a parlare di acquisizioni, si vocifera che Apple sia interessata ad acquistare The Fancy, diretto concorrente del più famoso Pinterest.
Anche sul fronte dei servizi, quindi, abbiamo molta carne sul fuoco. Probabilmente è proprio questo il settore su cui Apple dovrà spingere di più per rinforzare il suo ecosistema, già stabilissimo sul fronte hardware e software.
Il futuro è ora!
Insomma, il futuro di Apple è alle porte. Il futuro è ora, e non potrebbe essere altrimenti. L’azienda di Cupertino, una delle più influenti al mondo, si prepara ad un nuovo salto in avanti che, nelle speranze degli appassionati ed ovviamente dei dirigenti, sarà probabilmente positivo. Un futuro strettamente legato a prodotti che dovranno risultare in linea con i tempi e soprattutto sufficientemente accattivanti e “cool” da essere scelti da un buon numero di clienti.
Prodotti che dovranno far nuovamente apprezzare quella magia che si realizza solo quando vengono legati hardware, software e servizi tenendo a mente l’unico vero obiettivo: realizzare i migliori prodotti possibili per il consumatore.