Jony Ive, Chief Design Officer di Apple, ha parlato del design dei nuovi iPad Pro, Apple Pencil e MacBook Air in una nuova intervista. Scopriamo le sue considerazioni.
Il dirigente di Apple ha quindi parlato dei nuovi prodotti, e di conseguenza del loro design, con David Phelan di “The Indipendent”, focalizzandosi su iPad Pro, Apple Pencil e MacBook Air.
Innanzitutto Ive parla della necessità di rinnovare il design dei prodotti, di tanto in tanto. È proprio quando guardiamo un prodotto troppe volte al giorno che sentiamo la necessità di vederne rinnovato l’aspetto. Ive spiega che il suo concetto di re-design è quello di rendere il prodotto migliore e non solo diverso. In questo modo infatti non bisognerà cercare di convincere le persone ad amare nuovamente quel prodotto, ma lo si renderà sempre più accattivante, migliorandone diversi aspetti, pur mantenendo vivo un senso di familiarità. Ive spiega anche che tutto questo non è facile perchè, spesso, le modifiche al design dei prodotti coinvolgono direttamente l’esperienza d’uso dell’utente e la sua connessione con i prodotti.
In quest’intervista poi, Jony Ive ha spiegato che il primo iPad (così come quelli a venire) era stato disegnato e progettato con l’orientamento verticale in mente, mentre questo nuovo modello non ha un orientamento predefinito. Non c’è quindi una visualizzazione primaria e secondaria, a differenza dei modelli precedenti che, sebbene potessero essere usati in landscape, erano sviluppati per essere usati in verticale. E la mancanza del pulsante Home, associata al Face ID, aiuta l’utente a usare l’iPad indistintamente dall’orientamento.
Parlando di Apple Pencil invece, Ive ha spiegato quanto complessa sia a livello tecnico la matita di Apple e quindi quanto sia stato impegnativo il suo sviluppo a livello di design. Jony Ive poi punta l’attenzione sul sistema di aggancio magnetico laterale che rende la connessione con iPad quasi “magica”. Tutto questo porta l’utente a pensare che tutto funziona all’istante. Come diceva un tempo Steve Jobs “it just works”.
L’intera intervista è disponibile su “The Indipendent“, nel caso vogliate approfondire il discorso.