Lo sbarco della celeberrima Bungie su iOs è stato accolto con parecchia, comprensibile, aspettativa. Lo sviluppatore dietro ad uno dei giochi più celebrati, amati (e forse anche sopravvalutati!) degli ultimi anni, la famigerata serie di Halo, fa subito notizia, con un gioco solamente per iPad, (apparentemente) gratuito e caratterizzato da quella maniacale attenzione all’ambientazione che ha fatto la fortuna di questo sviluppatore. Ma al di là delle aspettative, Crimson: Steam Pirates soddisfa veramente, o lascia il giocatore con l’amaro in bocca?
Solitamente all’inizio delle mie recensioni spendo sempre qualche parola per descrivere la storia alle spalle del gioco: farlo per Crimson però sarebbe davvero troppo complesso e lungo. Sarà sufficiente dire che il background del gioco è illustrato in maniera estesa non solo dalle introduzioni, numerose, che si incontrano nel gioco stesso, ma anche da un sito a sè stante… La narrazione comprende tutta una timeline alternativa, dove Leonardo da Vinci (e chi se no?!) lascia un taccuino di appunti segreto per la creazione di una forma di tecnologia basata sul vapore: da li si passa a Benjamin Franklin, il Conte di Montecristo, Abraham Lincoln, la Regina Vittoria e Jules Verne, in un pastiche di verità e finzione in salsa steam-punk, decisamente assurdo, ma meravigliosamente narrato. Avete presente “The League of the Extraordinary Gentlemen”, di Alan Moor? Ecco, lo spirito è quello.
Il protagonista della storia è un filibustiere che porta il nome di Blood: un omaggio quasi dovuto ad una delle pietre miliari della filmografia piratesca. Di cosa parlo? Siamo svariati decenni a monte dei rasta di Johnny Depp (correva l’anno 1935, per la precisione!): il bello era l’indimenticabile Errol Flynn; il cattivo Basil Rathbone; la storia somigliava a tutte le altre e il film era “Captain Blood”. Se non lo avete mai visto smettete di perdere tempo coi videogiochi e correte SUBITO a vederlo perché è una vera perla in bianco e nero.
Purtroppo l’eroe di questo gioco non somiglia a Errol Flynn, ma pare piuttosto un truzzo qualsiasi con camicia a righe, debitamente resa logora da un filtro fotografico giallino. Pazienza. Il cattivo si chiama Rathbone. Stupore. La fanciulla (almeno, quella principale, perché le fanciulle non si contano, in questo titolo!) è una piratessa con benda a forma di cuore sull’occhio (…) e una certa somiglianza a Penelope Cruz. L’intreccio è tutto basato su scommesse, schermaglie, tradimenti e dobloni d’oro: non esattamente rivoluzionario, ma abbastanza godibile da mantenere viva l’attenzione del giocatore. E ce ne sarà bisogno.
Perchè? Perchè Crimson: Steam Pirates è fondamentalmente un gioco di strategia militare a turni, e tutti gli sforzi della Bungie per renderlo qualcosa di avventuroso non ne cambiano la natura. Per fortuna, perchè Crimson è anche un ottimo gioco a turni: strategico quanto basta, mischia azione e riflessione con un’impeccabile cura grafica e trova sull’iPad uno perfetto terreno di gioco.
All’inizio del gioco a Blood viene affidata una nave, ed un ufficiale (ovviamente donna, ovviamente bellissima!) che gli spiega i rudimenti della pirateria. In ogni turno di gioco le nostre imbarcazioni possono muoversi secondo una rotta, e compiere determinate azioni. Occorre precisare che la rotta di navigazione è decisamente realistica, e aderisce con quello che è compatibile fare con un vascello di grande dimensioni: non sarà possibile eseguire curve a gomito, invertire la rotta bruscamente da un turno all’altro o ruotare su se stessi… Insomma, ogni manovra seguirà in maniera logica quella precedente.
Anche le azioni che è possibile compiere sottostanno a regole precise: a seconda del tipo, necessitano di un certo numero di turni per ricaricarsi, e non sono inoltre le stesse su ogni imbarcazione della nostra flotta, ma dipendono dall’equipaggio imbarcato.
Bisogna dire che i limiti del gioco sono essenzialmente due. Da un lato, il controllo di cui disponiamo nella gestione della flotta è spesso ridotto: non possiamo decidere quali pirati imbarcare, non possiamo arruolarne di nuovi, e la nostra libertà di scelta si limita alle azioni di guerra. Dall’altro non è sempre chiarissimo quali siano le caratteristiche delle diverse imbarcazioni ai nostri comandi. Il tutorial del gioco è decisamente essenziale, e lascia il giocatore a fare la propria esperienza da solo. Sebbene questo non sia di per se un male, perchè permette di immergersi subito nell’azione, bisogna dire che rende le prime partite decisamente casuali. Proseguendo nel gioco, e sempre andando a tentativi, si inizia a capire meglio cosa si può fare e per fortuna Crimson è sempre chiaro nella definizione degli obbiettivi: questi sono molteplici in ogni missione e contribuiscono in maniera efficace alla narrazione della storia. All’inizio di ogni “viaggio” ci verrà offerta una breve sintesi di quello che dovremo fare, ma capiterà spesso di cambiare i propri piani nel corso del gioco e di trovarsi a sviluppare, su una mappa dove pensavamo di andare a cannoneggiare allegramente, missioni più complesse.
Anche nello sviluppo del gameplay Bungie ha valuto rendere le cose il più movimentate possibile, per quanto possibile in un gioco di questo tipo: l’esperimento è riuscito, e in Crimson: Steam Pirates non ci si annoia mai. Ma tutta questa azione è pagata sacrificando pesantemente la profondità del gameplay. Crimson è uno strategico per il grande pubblico, e gli “addetti ai lavori” potrebbero trovarlo drammaticamente frustrante nella sua superficialità: la gestione delle truppe è inesistente, le scelte possibili si limitano a qualche obbiettivo secondario, la valutazione finale è basata tutta sul numero di turni “risparmiati” (quindi sulla velocità) e sul numero di “cose” (navi, fortini, etc.) distrutte. Questo sistema offre una discreta longevità, fornendo ampi incentivi a ripetere ogni missione per cercare di concluderla con il minor numero di mosse possibile.
E non manca nemmeno una funzione per il multiplayer “pass and play”, sempre gratuito: due giocatori si possono sfidare, passandosi l’iPad, sulla un paio di mappe di gioco.
La grafica è apprezzabile, al di la di ogni commento personale su determinate scelte artistiche: le mappe di gioco sono belle e ben realizzate, gli intermezzi (tutti statici) non privi di personalità, le musiche gradevoli (sebbene un po’ troppo ripetitive) e tipicamente piratesche. Nulla per cui trattenere il fiato, intendiamoci, ma assolutamente piacevole e adatto al gameplay offerto.
Mentre l’assurda storia di Blood, della bella Blackheart e del traditore Rathbone si dipana in tutta la sua involontaria ilarità, corredata con improbabili foto in costume e gergo piratesco della peggior specie (in inglese), il giocatore si diverte per qualche ora, gratuitamente, con un gioco forse un po’ semplicistico ma intrigante: le 8 missioni della prima saga sono complete e perfettamente giocabili a costo zero. E questo è un regalo non indifferente, perchè abbiamo tra le mani un titolo realizzato con grande cura.
Considerato che si tratta di un titolo gratuito è impossibile non consigliarlo: provarlo non costa nulla, e se vi piacesse potreste valutare l’acquisto in-app del secondo capitolo della saga, con altre 8 missioni che offrono una serie di armi supplementari, attacchi quasi soprannaturali e ovviamente, tante altre deliranti avventure piratesche a base di principesse e tesori sepolti in isole a forma di teschio. Se siete amanti dei pirati, potreste innamorarvene. Se non siete dei fan dei giochi di strategia a turni, potreste ricredervi…
Ma se vi piacciono i giochi hardcore o i titoli di reale profondità, difficilmente Crimson: Steam Pirates potrà soddisfarvi per più di qualche ora.
Crimson: Steam Pirates è disponibile su App Store, gratuitamente.