Ci sono giochi che sembrano fatti apposta per l’iPad, ed è esattamente questo il caso delle avventure grafiche. Un genere che ormai sembra quasi passato di moda, in un mondo di frenetici FPS e di roboanti titoli d’azione. Eppure quando qualche anno fa Machinariun è uscito per PC, il mondo si è fermato per qualche minuto, ad ascoltare questa storia senza parole e giocare un titolo tenero e poetico, capace di offrire emozioni tutte diverse dal solito.
Machinarium arriva su iPad 2 con la stessa grafica incantevole, disegnata a mano, statica, de-saturata, e con le stesse meccaniche di gioco del titolo originale. Ma arriva su un dispositivo touch-screen che pare fatto apposta per lui, per dare voce all’immediatezza del suo gameplay e alla complessità dei suoi enigmi e della sua narrazione.
Non ci sono parole, in Machinarium e il gioco segue una storia che non si conosce: il protagonista è un robot piccolino, che guidiamo nella risoluzione di problemi immediati: recuperare la sua gamba, rientrare nella sua città, evadere dal carcere. Eppure poco alla volta capiamo che questi problemi non sono poi così immediati, e dietro a tutto c’è un grande Disegno, un piano da sventare, una fanciulla da salvare etc.
In mezzo a tutto questo una serie di personaggi robotici che sembrano presi dal nostro mondo e trasposti li con garbo, una serie di enigmi che richiedono una logica tutta particolare, e un gran numero di macchine e macchinari da sistemare, correggere, manomettere.
Machinarium ha una giocabilità particolare: i comandi non ci sono e tutto è assolutamente immediato. Si toccano gli oggetti per raccoglierli od usarli, ci si sposta nello stesso modo. Il nostro robottino si può estendere, trascinandone il torso, può arrivare in punti discretamente scomodi e ingoia gli oggetti usando la propria pancia come inventario.
Se i comandi sono semplici, gli enigmi da affrontare spesso non lo sono. Il gioco prosegue con una curva di difficoltà particolarmente ben congegnata, per cui nei primi schemi abbiamo da affrontare una stanza alla volta, che contiene al suo interno il problema e la soluzione, mentre proseguendo nel gioco ci troviamo a fronteggiare situazioni sempre più complesse che si diramano in una serie sempre maggiore di schermate.
In ogni stanza abbiamo un indizio, e in tutto il gioco possiamo fare affidamento su un libro con la soluzione completa.
Si, completa… E se state per urlare allo scandalo,
provate ad aprire quel libro. Per togliere il lucchetto si deve eseguire una specie di shooter arcade che vede la chiave sparare laser contro ragni ed evitare ostacoli. Non troppo difficile, ma abbastanza da farci riflettere: la vogliamo davvero, la soluzione? Davvero, davvero?
Se decidessimo per il “si”, questa ci verrebbe fornita con pagine inchiostrate di schizzi a mano libera e caratteri intricati, dotati della stessa bellezza un po’ smorta di tutta la grafica del gioco.
Machinarium è un incanto per gli occhi: tutte le sue schermate sono degne di un print-screen, e mostrano scorci raffinati, buffi e poetici di una città robotica incasinata, sporca e piena di buffi personaggi. Signore con il cane, sgherri, fetide prigioni, scalette. E poi suonatori, bar e bische e scorci un po’ veneziani. Machinarium ci mostra tutto questo, con uno stile unico, con dei disegna fatti a mano lontani anni luce dalla precisione chirurgica della grafica fotorealistica. La colonna sonora, se possibile, è altrettanto meravigliosa.
Questo è un titolo lontano da ogni realismo, un gioco fatto per sognare e raccontare una storia. Se amate le avventure grafiche e non lo avete mai provato, lui da solo diventa un’ottima ragione per acquistare un iPad 2. Se invece lo conoscete già, sapete di cosa sto parlando, e sarete già corsi a prendervelo quando è uscito.
Machinarium è disponibile su App Store a 3,99 €, solo per iPad 2