Scott Forstall sarebbe stato mandato via per non essersi scusato in merito alla scarsa qualità di Mappe per iOS

Alcune fonti autorevoli hanno pubblicato delle informazioni sulle motivazioni dietro la possibile partenza di Forstall da Apple, annunciata nella giornata di ieri.

Dopo molti anni al servizio di Apple a Scott Forstall, importante dirigente, è stato chiesto di lasciare la compagnia e, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, pare che tale decisione sia stata presa a causa del rifiuto di Forstall di firmare la lettera di scuse per la mancanza di features e la scarsa performance del nuovo Mappe in iOS 6.

La recente svolta è stata causata da una crescente tensione tra lo staff dirigenziale di Apple in merito all’approccio dello stesso Scott Forstall, descritto come conflittuale e non cooperativo. Pare inoltre che l’ormai ex-dirigente si affidasse eccessivamente alla sua associazione a Steve Jobs, co-fondatore ed ex-CEO dell’azienda californiana. Sicuramente non ha aiutato la situazione di Forstall un’email recentemente inviata al team di iOS in cui accusava i dipendenti di non lavorare su idee abbastanza grandi nel settore del software mobile. In conclusione i sopracitati dettagli, insieme al suo atteggiamento conflittuale, all’email inviata ai dipendenti, al “fallimento” di Mappe per iOS e al suo rifiuto di firmare la lettera di scuse firmata esclusivamente da Tim Cook avrebbero portato la compagnia a decidere di escluderlo dopo tanti anni di servizio.

La vicenda, tuttavia, non ha coinvolto solamente Scott Forstall, fino ad ora a capo del settore iOS, ma sarebbe stato chiesto di lasciare l’azienda anche all’executive John Browett, incaricato di guidare il comparto retail. Stando all’articolo del WSJ, Browett avrebbe dovuto abbandonare la compagnia per via della sua incapacità di adattarsi alla cultura aziendale di Apple, nonché per i recenti fallimenti nel settore retail in cui si è preferita una formula per ridurre i costi ad altre tipologie di strategie volte al miglioramento del servizio offerto alla clientela.

La notizia della partenza di Forstall dalla compagnia sarebbe inoltre stata accolta da parte dei dipendenti di Apple con “estrema soddisfazione”, a causa soprattutto dell’eccessiva fatica causata dalla sua permanenza presso l’azienda californiana, come dichiarato da alcune fonti a Om Malik di GigaOm:

Il licenziamento di Forstall avrebbe causato una “silenziosa esultanza”, particolarmente tra coloro che hanno lavorato nei gruppi di ingegneri di Apple. Una persona ha dichiarato che alcuni dipendenti sarebbero usciti insieme per “drinks di celebrazione, nonostante ci sia del dubbio in merito ai loro ruoli per il futuro.”

Pare che la decisione della compagnia di licenziare Forstall sia stata una questione sia riservata che piuttosto recente, in quanto diversi dipendenti del settore iOS e OS X avrebbero saputo della sua partenza pochi minuti prima della pubblicazione del comunicato ufficiale. Quest’ultimi sarebbero inoltre piuttosto eccitati del fatto che Jony Ive si occuperà da ora del nuovo gruppo per la human interface, nonostante altri credano che Craig Federighi debba ancora dimostrare di saper gestire sia i team di iOS che OS X.

Salvo il prolungato rapporto di collaborazione con Jobs, nessuno degli altri dirigenti apprezzava particolarmente Scott Forstall:

Secondo le mie fonti, ci sono state per un po’ di tempo delle fratture nel team di gestione. Steve Jobs e Forstall erano vicini, ma nessuno dei dirigenti apprezzava particolarmente l’ex capo di iOS. Si è costruito una reputazione eseguendo la visione di Steve ed interpretando il portavoce di Steve.

Come riportato in altri articoli, dunque, Jony Ive prenderà la guida e la direzione della Human Interface di tutta la compagnia, Eddy Cue sarà responsabile di Siri e Mappe, Craig Frederighi guiderà i team di iOS e OSX e Bob Mansfield si occuperà di un nuovo gruppo di lavoro, “Technologies” che include al suo interno tutti i team wireless di Apple in un’unica squadra, promuovendo l’innovazione in questo settore.

FontiCult of MacAppleInsider, GigaOm, Wall Street Journal

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