In queste settimane di fuoco in cui il tema della privacy e della gestione dei dati personali è salito prepotentemente alla ribalta, trascinato dalle polemiche nate attorno all’oramai noto Locationgate, la notizia riportata da Apple Insider sembra ridurre i timori degli editori preoccupati che la politica di Apple sui dati personali potesse influenzare negativamente il mercato della distribuzione di contenuti digitali sul tablet di casa Apple.
La preoccupazione degli editori era è nata attorno alla politica di Apple in merito ai dati personali degli iscritti all’App Store.
L’azienda di Jobs e soci non permette infatti agli editori di accedervi e costringe gli stessi a chiedere di nuovo tali dati direttamente ai possibili abbonati.
In questi giorni in cui la tutela della privacy è approdata persino al Congresso degli Stati Uniti, le case editrici avevano più di un timore che quest’obbligo scoraggiasse i lettori dal sottoscrivere abbonamenti, allo stesso modo in cui molti utenti sul web si rifiutano di fornire informazioni demografiche anche in cambio dell’accesso gratuito ai contenuti.
Ma da un rapporto di Forbes, riportato da Apple Insider, sembra che le paure degli editori siano decisamente infondate.
Il 50% degli abbonati non ha avuto alcun problema ha fornire di nuovo i propri dati personali agli editori. “Così, improvvisamente, quello che sembrava un problema insormontabile non lo è più.”.
Le cifre mostrate da Forbes sono state confermate dallo stesso Eddy Cue, vice presidente dei Servizi Internet di Apple.
Quest’ottima notizia, oltre che confermare le convinzioni di Steve Jobs in merito a cosa sia la privacy per Apple, non farà altro che stimolare un mercato che, anche se non esente da polemiche e false partenze, sembra ottenere la cieca fiducia degli editori, i quali stanno scommettendo sempre più numerosi su quello che ritengono il futuro dell’editoria.