Sul nuovo numero di Best Movie per iPad troviamo le anticipazioni sull’ultimo capitolo del fenomeno young adult che ha conquistato il mondo e i retroscena svelati dai protagonisti. Jamie Foxx, protagonista di Django Unchained, racconta in un’intervista esclusiva il suo passato con la nonna in un Texas razzista e il rapporto con Tarantino.
«Per quattro film avete visto i vampiri agire, ma ora capirete davvero che cosa significa essere un succhiasangue. Ora anche Bella è una di loro. Comprenderete in cosa consiste la caccia. Cosa significa non dormire mai. Come funziona il sesso tra questi esseri. La Parte 2 è completamente diversa dai capitoli precedenti: è un film epico, totalizzante». Una completa immersione nel mondo che fino a oggi avevamo solo osservato, ma del quale ora diventeremo protagonisti attraverso i nuovi occhi rossi di Bella.
La promessa del regista Bill Condon è una dichiarazione d’intenti ben precisa, che trascina con sé il peso di una grande responsabilità. Portare a compimento l’ultimo adattamento della saga di Stephenie Meyer significa prendere commiato da un fenomeno che ha cresciuto un’intera generazione, tra libri (il primo, Twilight, è uscito nel 2005 negli Usa) e film (il debutto nel 2008), e che ha influenzato tutta l’industria dell’entertainment. I vampiri di Twilight hanno risvegliato una profonda fame di fantasy, horror e romanticismo, dando vita a una serie infinita di epigoni letterario-cinematografico-televisivi. Dal già acclamato erede seriale designato Vampire Diaries ai parenti più prossimi della saga, come gli attesi adattamenti Byzanthium, Warm Bodies, Mortal Instruments e L’ospite. Quest’ultimo partorito ancora una volta dalla feconda Meyer. Su questa scia sono stati generati restyling fantastorici, come è accaduto con la recente trasformazione di Lincoln in un ammazzavampiri o fantabiblici, come avverrà con il progetto di Will Smith, che vedrà Caino e Abele in versione sanguisuga. Stephenie Meyer e le sue creature sono andate a stanare un bisogno a lungo sopito di donne più o meno giovani stufe degli amori fast-food rappresentati nei teen-movie. Finalmente vedremo sullo schermo come l’autrice ha orchestrato il gran finale della saga che l’ha resa popolare in tutto il mondo. Quanto ai tre ragazzi protagonisti della saga si sono dati da fare già da molto tempo, considerando anche che i due episodi finali sono stati girati ormai più di un anno fa. Nel frattempo hanno fatto molta strada, passando per Cannes, dividendosi tra film d’autore e grandi blockbuster e soprattutto diventando adulti, come dimostra anche il risvolto gossip della relazione tra Pattinson e Stewart (chissà poi quanto vera e non frutto di un’astuta strategia marketing). Ma se Kristen e Rob ora hanno altro per testa, Bella ed Edward restano fedeli a se stessi. Hanno riportato in auge il mito di Romeo e Giulietta, attualizzandolo. Hanno reso nuovamente vivo il classico della damigella in pericolo e del principe azzurro, in un mondo ormai popolato di eroine sempre più mascoline. Per giunta coronandolo, nonostante gli ostacoli più evidenti. Dopo anni di sospiri, sguardi languidi e pericoli mortali, l’umana Bella ha sposato il suo amato vampiro Edward, ha concepito con lui una bimba ibrida (metà umana e metà succhiasangue) e ha coronato il suo sogno più grande: la trasformazione.
Ecco un estratto dell’intervista esclusiva a Jamie Foxx:
“La prima cosa che Jamie Foxx dice è che per lui Django Unchained, la storia dello schiavo liberato che si vendica dei suoi aguzzini – confezionata da Tarantino come uno spaghetti western – è un fatto personale e molto serio. Siamo a San Diego, in un grande albergo sulla baia, dentro una sala da ballo gelida d’aria condizionata. Jamie ha una camicia blu che i muscoli gonfiano per quanto lo consentono le cuciture e un cappello nero con la tesa stretta, impercettibilmente obliquo. Per raccontarti la sua storia non ha nemmeno bisogno di una domanda. «Mia nonna mi aveva insegnato a suonare il piano per tirare su qualche soldo (Jamie è nato a Terrell, in Texas, ed è stato cresciuto dai genitori di sua madre adottiva, ndr). Suonavo per la strada ed ero piuttosto bravo, tanto che in città più o meno mi conoscevano tutti. A 16 anni, per le feste di Natale, mi presento con un amico per suonare in una Country House. Il padrone mi viene ad aprire e mi fa: “Non posso mica tenere due negri qui dentro… Lui può aspettare in strada”. Allora mi dà una giacca, io entro e mi metto a suonare, e ignoro le battutine razziste che sento».
Come faceva a isolarsi da tutto?
«Mia nonna mi diceva: “Quando suoni in quelle situazioni, è come se tu fossi parte della mobilia, non fare caso a quel che dicono”».
Com’è finita quella sera?
«A un certo punto la moglie del proprietario mi dice: “Mi dispiace per quel che sta succedendo, ma non potresti suonarci questa canzone?” e io inizio a cantare (a questo punto imita una voce da bimbo e improvvisa qualche nota di un vecchio canto natalizio, una cosa da brividi, ndr). E poi un’altra canzone, e un’altra, come se fossi un juke box. Alla fine prendo i miei soldi, li metto via, restituisco quella giacca e penso che quella giacca non la voglio mettere mai più».
Non è stato molto tempo fa, a pensarci bene.
«Era il 1984».
È più tornato da quelle parti?
«Ci sono tornato, in quella città e mi sono accorto che alla fine avevo colmato quel gap. L’occasione era una specie di Jamie Foxx Day organizzato apposta per me. Una notte me ne stavo andando in giro con i miei vecchi amici. Erano le due di mattina e incontriamo per strada questi tizi con le braccia piene di tatuaggi e il cappello da cowboy e per un attimo quasi penso che possa finire male e invece questi mi fanno: “Ehi Jamie, come va?! Ci saremo anche noi domani alla tua giornata!”. È stato incredibile perché questa è la stessa città in cui, quando Obama è diventato presidente, la notizia non era sulla prima pagina del giornale locale».
Per questo si sente legato al personaggio di Django?
«Per questo ritengo necessario che le storie come quella di Django vengano raccontate. Racconta cose successe in America non molto tempo fa, e qualcosa di quel mondo ancora resiste. Se penso a quelli che oggi hanno dai 16 anni in su, che siano bianchi o neri, di certo hanno un modo di guardare alle cose che dipende da come li abbiamo allevati». […]”
EDIZIONE SPECIALE VENEZIA 69
COVER STORY: BRAD LI UCCIDE DOLCEMENTE
Best Movie sarà come sempre in distribuzione nei luoghi caldi del Festival di Venezia e garantirà un aggiornamento 24 ore su 24 su www.bestmovie.it con una sezione ad hoc. Alla Mostra (come anche nei multiplex di tutta Italia, dove Best Movie è presente con l’edizione omaggio pocket), la cover story-preview sarà dedicata a Cogan – Killing Them Softly, il film con protagonista Brad Pitt presentato a Cannes e sui nostri schermi a ottobre.
Inoltre, sul nuovo numero: il Titanic di Cameron (ri)affonda sul piccolo schermo grazie alle edizioni Blu-ray e Blu-ray 3D; le migliori serie tv della stagione 2012/2013; le interviste a Matthew McConaughey, Jeremy Renner, Noomi Rapace e Alba Rohrwacher.
Il magazine (3,99€ a numero) può essere acquistato tramite l’app ufficiale disponibile su App Store.