Cresce l’adozione dei Tablet nelle aziende italiane: da una ricerca condotta su un panel di oltre 230 CIO (Chief Information Officer, cioè Direttori dei Sistemi Informativi Aziendali) di medie e grandi imprese italiani, il 56% ha già introdotto questi nuovi device nel 2012. Inoltre più del 65% dei CIO che hanno adottato i New Tablet si dichiarano pienamente soddisfatti.
Le analisi svolte dall’Osservatorio hanno dimostrato che in alcuni casi il payback time di questi investimenti è molto basso, inferiore all’anno e il ritorno sugli investimenti (il cosidetto ROI) è molto elevato.Gli Executive C-Level si confermano come figura professionale più impattata: nella maggioranza dei casi (dal 55% del 2011 al 65% del 2012) utilizzano già questi dispositivi oppure li riceveranno nel futuro (33%). Il personale di Vendita in parte li utilizza già (29%) ma soprattutto è destinato a riceverli nel futuro (65%); tra i Manutentori poco più di 1 su 10 (13%) li utilizza ma più di 4 su 10 li avranno a disposizione nel breve-medio periodo. /ppLa ricerca mette bene in evidenza come i Tablet stiano sostituendo in alcuni casi i più tradizionali notbook e netbook, soprattutto tra il Personale di Vendita (43%) e gli Executive (23%). Ben più rara è invece la sostituzione degli smartphone da parte dei Tablet (solo il 6% sia per gli Executive che per il Personale di vendita). Tra i sistemi operativi, anche se continua a spiccare iOS di Apple, prevale una prospettiva multi-piattaforma, visto che più della metà dei CIO stanno puntando su due o addirittura 3 diversi sistemi operativi. Ma solo il 20% dei CIO ha già introdotto il paradigma Bring Your Own Device, consentendo al personale di scegliere di utilizzare in azienda il dispositivo che più gradisce.La maggior parte dei CIO che hanno introdotto (o lo faranno in futuro) un Enterprise Application Store, è orientata a introdurre un Private Enterprise Application Store e, che in una buona parte dei casi non si limita a gestire solo le applicazioni ma anche i device. /pp Non è certo nuovo il tema della Mobility in azienda, intesa come l’impatto delle ICT a supporto delle attività lavorative svolte “on the go” ma, grazie al trinomio costituito da «dispositivi New Tablet, Business Apps ed Enterprise Application Store», è tornato prepotentemente in voga. È quanto emerge dall’analisi condotta sui 230 CIO che hanno partecipato alla Ricerca dell’Osservatorio New Tablet Business Application della School of Management del Politecnico di Milano, giunto alla seconda edizione e presentato oggi all’Aula Rogers del Politecnico di Milano, Campus Leonardo. “emSi tratta di un concreto fermento innovativo che impatta anche sulle priorità con cui sono definiti gli investimenti in ICT delle imprese italiane/em – commenta Andrea Rangone, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio – emper circa 2 CIO su 3 le priorità di investimento nelle soluzioni di Mobile Business sono aumentate con l’avvento dei New Tablet. Per 1 CIO su 3 la Mobility è una ‘top priority’ già da quest’annomentre lo sarà addirittura per 1 CIO su 2 nel prossimo anno. E anche i budget ICTdestinati alla Mobility ne risentono, e sembrano immuni dai tagli alla spesa assai diffusi in questo periodo: nel 50% dei casi rimarranno costanti mentre per l’altro 50% aumenteranno addirittura/em”. /ppLa ricerca ha evidenziato che il 56% dei CIO ha già introdotto dispositivi New Tablet all’interno della propria azienda (era il 47% nel 2011) con piena soddisfazione per il 66%. Tra i CIO che non li hanno ancora adottati (44%) la maggioranza è intenzionata a introdurli, alcuni a breve termine (12% sul totale), altri nel medio/lungo periodo (25% sul totale). Ma tra coloro che dichiarano di non avere intenzione di adottarli (che crollano dal 26% – 1 su 4 – del 2011 al 7% – 1 su 10 – del 2012) circa 3/4 non ha personale in mobilità da supportare o non trova il dispositivo più adatto al proprio business oppure ha adottato da poco un altro device.A guidare il cambiamento, nell’adozione dei New Tablet nelle diverse famiglie professionali, si conferma la classe dirigente: il 65% degli Executive C-Level utilizza già questi dispositivi (era il 55% nel 2011) oppure li riceverà nel futuro (33%); il 29% delPersonale di Vendita già li utilizza (era il 17% nel 2011) ma soprattutto è destinato a riceverli nel futuro (65%); il 13% dei Manutentori li ha e più di 4 su 10 li avranno a disposizione nel breve-medio periodo – ma resta invece inalterato il numero di CIO che ritengono i New Tablet non adatti a queste figure professionali (45% nel 2011 e 42% nel 2012); l’8% dei Trasportatori li usa e solo in pochi (19%) li riceveranno in futuro (5% a breve e 14% nel medio/lungo termine), dato che conferma lo scarso interesse da parte dei CIO a introdurli a supporto di questa figura professionale (73% sia nel 2011 sia nel 2012), atteggiamento che può dipendere dalla sostanziale immaturità del mercato nell’offrire dispositivi che sappiano rispondere concretamente a esigenze di robustezza e usabilità in condizioni di utilizzo “estreme”.I New Tablet tenderanno ad affiancarsi agli altri dispositivi che già compongono la “dotazione mobile” delle figure professionali. Nel 23% dei casi sostituiranno i Notebook tra gli Executive C-Level e nel 40% tra il Personale di Vendita, raramente gli Smartphone (6%). Inoltre, 1 CIO su 4 pensa di sostituire i Notebook/Netbook con i New Tablet tra i Manutentori e altrettanti li affiancheranno ad altri strumenti oggi già in uso. Solo un 10% sta sostituendo gli Smartphone e un 3% altri terminali specifici oggi in dotazione. Per i Trasportatori invece si riduce l’effetto sostituzione emerso dall’analisi dello scorso anno, soprattutto verso Notebook/Netbook.Dalla Ricerca emerge inoltre come solo il 20% dei CIO abbia già introdotto, con diverse accezioni, il paradigma del Bring Your Own Device all’interno della propria organizzazione – ovvero la possibilità per l’utente/dipendente di utilizzare, per le proprie attività lavorative, dispositivi mobili che lui stesso ha scelto, acquistandoli o facendoli comprare all’azienda – mentre oltre uno su tre ne stia valutando l’introduzione (a breve o nel medio termine). Nel 34% dei casi vengono usate policy distinte per le diverse figure professionali che portano all’adozione in contemporanea di due (o più) modelli: per gli Executive C-Level il modello più adottato è infatti il “Choose Your Own Device”, che lascia ai dipendenti la possibilità di scegliere il device che preferiscono, acquistato per loro dall’azienda. Per le altre figure, invece, nella maggioranza dei casi (80%) non è concessa libertà di scelta, dovendo utilizzare il dispositivo mobile scelto per loro dall’azienda (Buy Only My Device). /ppIl livello più elevato di integrazione è raggiungibile soprattutto in presenza di dispositivi “completamente” aziendali, scelti e acquistati direttamente dalle organizzazioni, a riprova dell’ancora limitata maturità di questo paradigma nelle realtà italiane. Le esperienze più consapevoli e significative evidenziano invece la presenza di interessanti benefici “tangibili”: dalla riduzione di costi correnti e/o investimenti, legati alla locazione o all’acquisto dei dispositivi mobili, fino alla diminuzione del numero di richieste di assistenza all’help desk IT.Tema principe legato all’introduzione dei dispositivi New Tablet (aziendali o personali) a supporto dei processi di business resta ad ogni modo la sicurezza dei dati. La presenza di nuovi e diversi Sistemi Operativi, l’importanza di integrare le Business Apps tra loro e con i Sistemi Informativi aziendali, la possibile coesistenza sullo stesso device di Business Apps e Apps personali, l’elevata portabilità dei New Tablet che li espone al rischio di furti e/o smarrimenti più frequenti rappresentano tutte aree di rischio potenziale non trascurabili per i CIO.Per tutelarsi, la maggior parte di loro intende orientarsi verso architetture Web-based per le applicazioni mobili (42%, ma in calo), evitando di memorizzare in locale, sul dispositivo, dati aziendali sensibili, che restano così accessibili solo da remoto e tramite autenticazione, oppure ricorrere a funzionalità di Remote Wipe (41%, in aumento),che consentono la cancellazione totale e da remoto di tutti i dati presenti sul dispositivo in caso di furto o smarrimento; da ultime, le logiche Sandbox, che racchiudono i dati aziendali in un “blocco” crittografato, scelte da un CIO su cinque (dato in calo). Tra chi non ha ancora considerato le tematiche legate alla sicurezza dei dati (27%, in crescita rispetto al 12% del 2011) la ragione si trova in molti casi nel fatto che i device mobili non supportano applicazioni strategiche, necessariamente integrate con i Sistemi aziendali e che quindi richiedono di porre attenzione alla sicurezza.Per quanto riguarda i Sistemi Operativi presenti sui New Tablet, il 29% dei CIO rispondenti ne ha individuato uno solo di riferimento (contro il 23% del 2011), mentre il 45% ne ha individuati due (in crescita rispetto al 29% del 2011). iOS continua a essere quello più selezionato dai CIO, seguito da Android, QNX e Windows.Per quanto riguarda i Private Enterprise Application Store, strumento di governance indispensabile per affrontare questa nuova “ondata innovativa” nel Mobile Business, emerge come più della metà stia pensando a una piattaforma prevalentemente orientata all’App Management mentre negli altri casi preferiscano adottare una soluzione integrata di App e Device Management, che consente di garantire la sicurezza dei dati delle Apps presenti localmente sui device, effettuare il provisioning sui dispositivi, gestire la profilazione degli utenti e, in generale, garantire il rispetto delle policy aziendali estendendo così anche ai dispositivi mobili le logiche del tradizionale Desktop Management.Un approfondimento condotto su 30 CIO che hanno già introdotto o introdurranno a breve un Enterprise Application Store rivela come più della metà di questi “repository di Apps” contenga meno di 10 Apps (il 43% addirittura meno di 5). Gli Store più popolosi, che contano più di 30 applicazioni, sono invece meno di 1 su 5.Quasi per il 30% dei CIO lo sviluppo delle Apps avviene facendo leva su risorse e competenze interne all’organizzazione ma nella maggior parte dei casi ci si affida a“piccole” Software House – privilegiando l’esigenza di supportare efficacemente il singolo processo portato in mobilità – mentre, meno frequentemente, i CIO si sono rivolti a System Integrator o “grandi” Software House, considerando critico l’aspetto di integrazione tra le Apps e i sistemi informativi esistenti. Fanno il loro ingresso sul mercato anche Web Agency e sviluppatori indipendenti, preferiti, rispettivamente, per la cura degli aspetti grafici delle loro soluzioni e per la flessibilità e “prontezza di risposta”.Benefici e grado di maturità della Mobility nelle imprese italianeLa Mobility può essere considerata a tutti gli effetti un elemento capace di portare differenziali competitivi nei confronti dei concorrenti. Secondo 2 CIO su 3, risorse e competenze sviluppate in questi ambiti offrono dei vantaggi competitivi sia di lungo (27%) sia di breve medio termine (40%). E se l’avvento del trinomio «New Tablet – Business Apps – Enterprise Application Store» sta contribuendo a scardinare le “storiche” barriere – organizzative e tecnologiche – all’adozione di progetti di Mobility in ambito Business, tuttavia quasi 3 CIO su 5 valutano ancora come “bassa” o “medio bassa” la preparazione a una loro introduzione “spinta” a supporto dei processi nelle proprie organizzazioni.Un segnale dal quale emerge un ancora limitato grado di “maturità Mobile” per le nostre imprese italiane.*/ppnbsp;/p