Con una decisione dell’Autority, da oggi i gestori di locali pubblici potranno offrire ai propri clienti l’accesso alla connessione Wi-Fi senza alcun obbligo di registrazione preventiva e senza alcuna responsabilità sui siti e sulle attività svolte dagli stessi clienti.
In Italia, uno degli ostacoli alla diffusione del Wi-Fi libero nei locali pubblici si chiamava legge Pisanu. Tale legge, entrata in vigore nel 2010, obbligava tutti i gestori di locali pubblici a tenere un registro dei clienti che accedevano ad internet, con tanto di responsabilità nel caso in cui tali clienti avessero effettuato operazioni illecite durante la navigazione web. La normativa era nata come legge anti-terrorismo, ma di fatto ha rallentato per tre anni la diffusione del Wi-Fi libero nel nostro paese, almeno fino ad oggi.
L’Autority si è infatti pronunciata in data odierna, affermando che gli esercenti pubblici possono mettere liberamente a disposizione la connessione Wi-Fi, ed eventualmente anche PC ed altri dispositivi, senza alcun obbligo di registrazione e senza alcun tipo di responsabilità connessa alla navigazione dei clienti stessi.
A riferirlo è stata la Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi:
L’Autorità garante della Protezione dei dati personali ha confermato che gli esercenti pubblici possono mettere liberamente a disposizione degli utenti la connessione Wi-Fi ed eventualmente Pc e terminali di qualsiasi tipo.
A sollevare la questione era stata un’interpretazione controversa sollevata da provider che forniscono programmi di archiviazione. A loro dire, sui gestori di bar e ristoranti incombeva l’obbligo di registrazione dei dati da parte degli utenti, così come dovevano essere anche ritenuti corresponsabili dei siti visitati dai loro clienti in caso di connessione alla rete con l’accesso telematico fornito dal locale.
Con questa nuova interpretazione i gestori dei locali saranno sollevati da qualsiasi responsabilità rispetto alla navigazione in Internet da parte dei loro clienti e, nel caso volessero entrare in possesso di informazioni più dettagliate riguardo all’uso della rete, dovranno richiedere al consumatore di firmare l’autorizzazione al trattamento dei dati personali. Il Garante, nella risposta fornita a Fipe, ha infatti ribadito che questo caso rientra fra quelli in cui non può essere effettuato il trattamento dei dati personali senza necessità del consenso del soggetto interessato, in base all’art. 24 del Codice.
Nella pratica, questo significa che da oggi i gestori di locali pubblici che ancora dispongono di strumenti per il monitoraggio e l’archiviazione dei dati possono eliminarli, senza alcun tipo di responsabilità, dando finalmente vita al vero Wi-Fi libero. Altrimenti, se vogliono continuare a utilizzare tali sistemi in maniera legittima, sono tenuti a informare i propri clienti dell’utilizzo che viene fatto dei dai monitorati, attraverso la sottoscrizione da parte loro del consenso al trattamento degli stessi, di cui all’art. 13 del Codice..
Conclude la Fipe:
La connessione wi-fi libera nei pubblici esercizi va verso la direzione delle smart city. Bar, ristoranti, discoteche, stabilimenti balneari diventano sempre più interattivi e sono così in grado di offrire ai clienti un servizio importante nell’era del digitale