Grazie al grande display dell’iPad, dare libero sfogo modificando le nostre fotografie preferite può risultare molto più comodo rispetto all’iPhone. Oggi vi proponiamo una nuova applicazione denominata Photo Fixer e che, tramite semplicissimi passaggi, permette di eliminare oggetti, persone e altro dalle nostre immagini.
Scheda App Store:
Photo Fixer permette di eliminare alcuni oggetti presenti nelle vostre foto. Come potete vedere nell’esempio poco più su di quest’articolo, pubblicato dallo sviluppatore stesso anche su App Store, è stata cancellata completamente una persona. Abbiamo deciso di testare l’applicazione per verificarne le effettive capacità ed ecco il risultato ottenuto tramite iPhone:
Il funzionamento risulta al quanto semplice: dopo aver selezionato il terzo tastino a forma di mano (senza la “X”), basta infatti evidenziare l’oggetto in questione e successivamente cliccare sul tasto a forma di “gomma”. Attendere l’elaborazione, et voilà, la pallina da golf è “magicamente” scomparsa.
Questo è naturalmente un esempio pubblicato dallo sviluppatore, ma noi abbiamo deciso di testare l’app, ed ecco il risultato ottenuto modificando una fotografia scelta a caso:
Foto originale: nella parte in alto a destra, possiamo notare la presenza di un pacchetto di fette biscottate.
Dopo la modifica: come potete vedere, il pacchettino è sparito:
Successivamente, contenti del risultato ottenuto, possiamo salvare il tutto sulla libreria del nostro dispositivo mantenendo la risoluzione della foto originale.
Come suggerito anche dallo sviluppatore, è preferibile agire su fotografie che mostrano uno sfondo di un’unico colore, come ad esempio su erba, legno, foglie, acqua oppure una tovaglia bianca, come avete visto nel nostro esempio. Infatti abbiamo tentato di eliminare anche la scritta “Fette Hotel”, con scarsi risultati. Per ottenere un effetto migliore, sempre sotto suggerimento dello sviluppatore, è consigliato agire a tratti. Più grande è l’oggetto selezionato, maggiore sarà il tempo di elaborazione della fotografia.
