La riflessione che sto per proporvi potrà sembrarvi prematura, ma le numerose notizie uscite in questi giorni in merito alle dichiarazioni di IDC, sulle ricerche condotte da Nielsen, e infine sulle indiscrezioni circa la prossima major release di iOS, non hanno fatto altro che convincermi ancor di più che probabilmente è il momento giusto per aprire una questione: quando l’iPad sarà totalmente indipendente?
Tutti i clienti Apple di lungo corso, o anche semplicemente chi ha comprato di recente il suo primo Mac, si rendono conto perfettamente in che cosa consista la meravigliosa filosofia con cui sono concepiti tutti i dispositivi della mela morsicata: una magnifica esperienza utente.
Fin dall’inizio della propria interazione con un prodotto Apple, ci si rende incredibilmente conto di quanto ogni minimo dettaglio sia stato curato, senza lasciare nulla al caso.
Jobs e soci hanno sempre insistito su quest’aspetto, puntando sulla soddisfazione dei clienti fin dal primo momento in cui aprono la scatola del loro prodotto Apple appena acquistato.
Forme, colori, bordi e finiture vengono studiati dai designer e realizzati dagli ingegneri con una cura che ha del maniacale, il cui risultato però gratifica enormemente i clienti e li fidelizza come nessuna altra azienda è mai riuscita a fare.
Il software naturalmente non è da meno. La stesso approccio, che ha reso El Jobso uno dei migliori leader della storia dell’informatica di consumo, viene utilizzato nello studio, nella creazione e nella realizzazione del sistema operativo, delle interfacce, dei programmi e di tutto quello con cui l’utente interagirà, per renderlo più intuitivo, semplice e immediato possibile.
Apple, sotto la guida di Steve Jobs, è stata sempre così. E non ha mai avuto paura di rivoluzionare, cambiando anche quelle caratteristiche del nostro modo di pensare e interagire con la tecnologia che sembravano apparentemente inamovibili.
Uno degli esempi più tangibili di questa meravigliosa filosofia lo abbiamo ogni volta che accendiamo per la prima volta un Mac.
Mac OSX ci da immediatamente il benvenuto in maniera chiara e pulita, e dopo qualche minuto saremo in grado di fare subito un sacco di cose con il nostro Mac, senza complicazioni e fronzoli inutili. Semplice. Immediato. Bello.
La possibilità di fare tutto e subito uno è sempre stato uno dei principali cavalli di battaglia di Jobs e cosi, al punto tale da renderla protagonista di uno degli spot della fortunata serie Get a Mac.
Nell’episodio Out of The Box infatti si paragona, in maniera ironica e irriverente, la pessima esperienza di un utente PC a quella decisamente più interessante di un utente Mac al loro primo utilizzo.
Tutto questo lungo preambolo per giungere finalmente al nodo gordiano, che consiste in una semplice domanda: perché l’iPad è così dipendente da un altro PC/Mac?
Per rendervi conto di quanto questa domanda possa essere importante, paragonate per un attimo quello che è successo la prima volta che avete acceso il vostro Mac e la prima volta che avete acceso il vostro iPad.
Accendendo per la prima volta il proprio iPad 2 ci si presenta davanti ad una scena decisamente inusuale, almeno per i Mac users.
L’immagine del finale usb del vostro connettore punta con una freccia verso l’icona di iTunes. Fine. Stop.
Quest’immagine campeggerà sullo schermo del vostro iPad finché non lo collegherete ad iTunes. Senza appello.
Questa non è di certo la meravigliosa esperienza utente a cui la Apple ci ha sempre abituato. Non è Apple style. Non lo è affatto.
In molti potranno obiettare che non c’è niente di diverso di quanto successo con il primo iPad o con l’iPhone.
Ma il primo iPad non è stato di certo la rivoluzione di cui siamo testimoni con la seconda generazione del tablet di Cupertino, e l’iPhone non ha mai avuto lo scopo, e neanche la pretesa, di sostituirsi ai PC negli aspetti digitali della nostra vita quotidiana.
I tablet stanno cambiando radicalmente il modo di rapportarsi alla tecnologia, e non si tornerà di certo indietro.
Per le operazioni più comuni e usate dalla stragrande maggioranza degli uteti, come navigare sul web, controllare la posta elettronica, guardare film, foto e quant’altro, non c’è nulla che manchi a questi dispositivi che possa far rimpiangere un classico portatile o desktop.
E allora perché legare in maniera così decisa l’utilizzo dell’iPad 2 ad un altro computer, tanto da non permettere neanche di accenderlo la prima volta se non si ha a disposizione un PC/Mac (possibilmente quello personale, visto che vi verranno memorizzate alcune informazioni fondamentali del proprio iDevice)?
Le motivazioni per cui siamo costretti alla prima accensione e anche successivamente a collegare il nostro iPad ad un altro PC/Mac (peraltro connesso alla rete, altrimenti l’attivazione non avverrà in ogni caso) non sono a mio avviso così stringenti da dover negare a chi acquista questo prodotto Apple una delle tappe più belle della propria esperienza utente.
L’attivazione non ha motivo di essere fatta immediatamente, ammesso e non concesso che sia assolutamente necessaria, e in ogni caso non comprometterebbe in nessun modo l’uso del dispositivo se eseguita in un secondo momento.
La sincronizzazione e il backup dei dati sono importanti, ma non del tutto necessari, soprattutto al primo utilizzo.
Usare per un po’ l’iPad ci fa capire che quasi tutte le operazioni che implicano attualmente la connessione ad iTunes possono essere fatte senza l’ausilio di un altro PC/Mac, e quelle che richiedono per forza il software made in Apple lo fanno solo per una scelta politica dell’azienda di Cupertino, non certo per limitazioni tecnologiche.
Per capire meglio questo discorso, pensate a quello che in genere viene fatto quando si collega l’iPad ad un PC/Mac, dalla prima volta e nelle successive.
L‘attivazione, ammesso sempre che sia assolutamente necessaria alla prima accensione, richiede solo una connessione ad internet, ed suona alquanto strano, se non assurdo, che si debba passare per un altro PC/Mac considerando che l’iPad è dotato, nel peggiore dei casi, di connettività Wi-fi, quando non direttamente di connettività 3G che elimina direttamente anche il bisogno di un’ADSL.
L’acquisto e l’installazione delle App può essere fatta direttamente dal dispositivo, tramite l’applicazione dedicata. E’ più semplice, facile, immediato, e addirittura più ovvio, che passare per iTunes.
La sincronizzazione e il backup sono si importanti, ma non necessari. Sono un di più che non tutti ritengono fondamentale.
Quando si ha un tablet che sostituisce il proprio PC/Mac nella vita quotidiana, non si ha poi così tanta esigenza di sincronizzare i contatti, gli account di posta e i calendari con un dispositivo che utilizzeremo sempre di meno, e non di certo per fare quello che facciamo con l’iPad.
Il backup può essere fondamentale per evitare noie non indifferenti in caso di ripristino del dispositivo, ma Google con i suoi innumerevoli servizi, NoIdentity con il suo MoneyBook, DropBox con il suo storage online e la stessa Apple con MobileMe (e presto con iCloud) ci hanno dimostrato che ormai non è più necessario memorizzare le informazioni nel proprio PC quando si possono memorizzare online.
Qualcuno potrebbe storcere il naso e mettere in campo la difesa della privacy e dei dati personali, ma le stesse non dipendono di certo da dove questi dati vengono memorizzati, ma bensì con quali livelli di sicurezza e riservatezza sono gestiti.
Conservare il backup non crittografato dei propri dati personali in un PC/Mac magari sempre connesso alla rete, come ormai siamo abituati, è decisamente più pericoloso che conservarli in uno storage online adeguatamente crittografati con una password che conosciamo solo noi.
E in ogni caso ci sono altre soluzioni, molto più semplici e comode che dover accendere il proprio PC/Mac solo per fare il backup dell’iPad quando ne avremmo fatto volentieri a meno, senza comunque dover per forza consegnare i nostri dati alla rete.
L’ultimo baluardo a cui ci si poteva attaccare per difendere l’importanza di collegare il proprio iPad ad un PC/Mac è stata la stessa Apple a farlo crollare.
La notizia che iOS 5 verrà rilasciato sotto forma di aggiornamento scaricabile direttamente dal dispositivo senza doverlo collegare ad iTunes spiana la strada ad una totale non necessità di un PC/Mac anche per le operazioni di aggiornamento del sistema operativo.
Il che in ogni caso non è nulla di trascendentale, visto che tutti gli altri sistemi operativi desktop non hanno alcun bisogno di appoggiarsi ad un software esterno per potersi aggiornare, e nessuno crede che iOS possa essere da meno.
Quindi quello che ci si aspetta e che l’iPad diventerà presto un dispositivo totalmente indipendente da qualsiasi altro, e che non abbia bisogno di nulla se non di essere utilizzato.
Probabilmente Apple, anche se perfettamente in grado di farlo, ha perso con la seconda generazione del suo tablet una grossa occasione per rivoluzionare ancora una volta, e in maniera definitiva, il modo di concepire la tecnologia e di rapportarci con essa.
Magari è stata una decisione voluta da Jobs e soci quella di non tagliare del tutto il cordone ombelicale che lega gli iPad ai PC/Mac.
Ma se anche questa volta Apple avesse deciso di seguire la filosofia di porre al centro delle sue creazioni l’esperienza utente, probabilmente alla prima accensione del nostro nuovo iPad 2 avremmo letto tra le righe: “Metti pure in cantina il tuo PC. Da oggi non ne avrai più bisogno. Think Different”.