Steve Jobs Life: come un trapianto ti cambia la vita

Ricordiamo tutti il triste annuncio di Steve Jobs del gennaio 2009, quando, per problemi di salute, dichiarava il suo temporaneo ritiro dalle scene, per pensare, appunto, a sistemare le cose.

E subito dopo questo inatteso comunicato, il mondo della Mela impazzì letteralmente, temendo di perdere per sempre il proprio guru, il vero e proprio simbolo di Apple, un uomo capace, con il suo impegno, la sua dedizione e il suo grande amore per ciò che fà, di cambiare il corso normale delle cose, di rompere gli schemi e di avere sempre l’idea giusta da far crescere insieme ai suoi fantastici collaboratori

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Steve il ragazzo diventato uomo troppo presto, Steve il fondatore di Apple, Steve il perfezionista che non ammette errori o difetti estetici, Steve l’uomo di iPod, iPhone, iMac, iPad e per ultimo, colui che è odiato e amato in modi inimmaginabili, che dal 1976 va per la sua strada seguendo le proprie idee anche scontrandosi con tutto e tutti.

Qualche mese dopo il ritiro forzato, Steve Jobs si sottopose, come sappiamo, a un difficile trapianto di fegato, che lo costrinse al riposo per altri 6 lunghi mesi, fino a quando, l’8 settembre 2009 lo abbiamo rivisto a San Francisco, magro ma sorridente,  sul palco del Moscone Center, pronto a presentare le ultime novità Apple e a raccontare anche la sua avventura: “Ora – ha annunciato – ho il fegato di una persona di 20 anni morta in un incidente d’auto e che e’ stata cosi’ generosa da disporre il trapianto dei suoi organi. Posso dire davvero di essere fortunato ad aver trovato un fegato nuovo appena in tempo e d’ora in poi lotterò con tutte le mie forze affinchè anche qui in California si avvalli una legge che promuova le donazioni di organi“.

Da quel giorno Steve Jobs è un uomo nuovo, sebbene sia tornato quello di sempre. Il tumore al pancreas nel 2004 e ora quest’altro delicatissimo momento della sua vita, lo hanno molto segnato, ma in compenso ha acquisito una forza interiore senza eguali, un entusiasmo e una grinta davvero sorprendenti che lo spingono ogni giorno a dare il massimo, a cercare il più possibile di non sprecare nemmeno un secondo della sua giornata e di rendersi utile a tutto tondo, compresa la stesura della sua biografia ufficiale (non l’aveva mai fatto nonostante le tantissime richieste) da parte dello scrittore Walter Isaacson, già autore di biografie storiche come Benjamin Franklin e Albert Einstein.

La sua iperattività storica è tornata a far discutere, la sua onnipresenza al Campus di Apple quasi biblica, e come se non bastasse, è tornato anche a rispondere a migliaia di email che ogni giorno gli arrivano. Insomma si può veramente dire che il CEO di Apple sia ringiovanito di almeno 10 anni e tutto questo non può che farci piacere. E fa piacere sicuramente anche ai suoi amici e collaboratori. Molto meno ai suoi detrattori e “nemici”.

Ecco cosa ha detto Steve Wozniak qualche giorno fa a proposito del suo amico Steve:

” Ogni volta che lo sento è sempre super occupato in dieci lavori insieme, mentre col pensiero ne fa altri dieci. E certamente sta benone, altrimenti la prima cosa a cui non pensi, è proprio il lavoro no? “.

Dunque, a un anno o poco più dal suo trapianto di fegato, Steve Jobs è di nuovo “solo al comando”, e tutti noi gli siamo e gli saremo sempre grati del lavoro che fa e della passione che ci mette nel farlo. Senza di lui, non esisterebbe gran parte delle cose di cui parliamo ogni giorno, ma soprattutto senza di lui non esisterebbe il meraviglioso mondo della Mela, che rende tutto ciò che facciamo sempre di un sapore speciale

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Grazie Steve, di cuore.

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