Final Cut Pro per iPad: si può davvero lavorare come su Mac? – RECENSIONE

È più vicino a Final Cut per Mac o ad iMovie per iPadOS? E in tutto questo, come si differenzia da DaVinci Resolve?

L’annuncio di Final Cut Pro su iPad ha suscitato enorme entusiasmo da parte di professionisti, amatori e appassionati di video e del brand californiano. Si tratta di una delle release più attese degli ultimi anni, capace di rendere finalmente giustizia all’hardware sempre più potente di iPad Pro. Abbiamo provato Final Cut Pro per iPad e vi riportiamo nella nostra recensione tutte le nostre considerazioni in merito ai punti di forza e ai miglioramenti che attendiamo con ansia per il prossimo futuro.

Final Cut Pro su iPad

Interfaccia touch, Jog wheel e strumenti intuitivi

L’interfaccia di Final Cut Pro su iPad è estremamente ottimizzata per l’uso con le dita e si differenzia, anche pesantemente, da quella per Mac. Non ci si sente, quindi, a casa quando si apre il software se si usa da anni la controparte per Mac ma riteniamo che chi si avvicina per la prima volta all’editing video su iPad non avrà difficoltà ad abituarsi a questa interfaccia intuitiva. Interessante è la possibilità di personalizzare il layout dei vari pannelli e delle sezioni dell’editor in base alle esigenze, così come utile è la possibilità di sganciare la finestra di anteprima e di visualizzarla in Picture in Picture (PiP).

Final Cut Pro su iPad

La vera innovazione di Final Cut Pro per iPad si chiama Jog Wheel ed è uno strumento intuitivo per scorrere la timeline quando si usa l’iPad con due mani, magari in mobilità e non poggiato su un tavolo o su una scrivania. Con questo cursore, liberamente posizionabile sullo schermo, diventa estremamente agevole usare l’iPad con due mani. Peccato, tuttavia, che questa rotella funzioni solo sulla timeline e non come controllo per i vari cursori. Se dovesse, in futuro, essere esteso il suo funzionamento si potrebbe paragonare l’esperienza di editing a quella effettuata con controlli esterni, manopole ed interfacce come la Loupedeck.

L’interfaccia si compone di alcune specifiche visuali, utili per lavorare. C’è una sezione con i meter audio, una sezione per l’editing dettagliato delle clip e degli effetti, il classico browser per i file e per effetti e regolazioni e la visuale keyframe per poter animare ogni elemento sullo schermo, seguendo appunto i keyframe (correzioni, filtri, effetti, testi, grafiche e maschere). Se, tuttavia, vi aspettate l’introduzione del tracciamento automatico per le maschere come avviene su desktop, resterete a bocca asciutta in quanto i keyframe sono disponibili solo manualmente e non c’è alcun genere di maschera o tracciamento automatico.

Final Cut Pro su iPad

Molto piacevole ed intuitiva è la modalità Multicam che offre una regia live, con tanto di tagli in tempo reale sulla timeline (personalizzabili), per agevolare l’editing delle riprese da più angoli. Grazie alla sincronizzazione delle clip, l’intuitiva modalità Multicam velocizza parecchio il montaggio e può essere usata anche per combinare più riprese differenti. Difatti, anche senza una sincronizzazione, è possibile caricare fino a quattro scene diverse e attivarle durante la riproduzione per poter creare un montaggio in pochi minuti.

Effetti, titoli, gestione HDR e color correction

Final Cut Pro su iPad

Arrivano su Final Cut Pro per iPad alcuni nuovi effetti, lanciati solo di recente anche su Mac. Parliamo di soluzioni di editing veloci e pratiche, basate sul Machine Learning, che aiutano durante la modifica dei contenuti. Troviamo funzioni per ridurre il rumore di fondo dalle tracce audio, strumenti automatici per isolare la voce di un video e un innovativo strumento chiamato Auto Scene Removal che permette di separare il soggetto dallo sfondo senza la necessità di un green screen.

Quest’ultima funzionalità, per quanto promettente, è ancora da ottimizzare e non funziona ancora in modo affidabile, presentando svariate imprecisioni. Il consiglio è, ovviamente, quello di sfruttarla sui video che presentano già una netta separazione tra lo sfondo e il soggetto in primo piano, con fondi colorati monocromatici sullo sfondo, esattamente come suggerito in-app.

Piacevole è la conversione automatica delle clip SDR in HDR e viceversa in base alle esigenze di progetto, così come è incredibile lavorare su file 4K HDR sul display di iPad Pro 12.9″, uno dei migliori in circolazione. Tuttavia, le correzioni disponibili come preset sono ancora insufficienti a compensare – come vedremo dopo – la mancanza delle LUT personalizzate.

Interessante è la libreria musicale messa a disposizione da Apple: diversi brani da poter usare liberamente nei propri progetti con una funzione retiming (mutuata, probabilmente, da Adobe Audition) che permette alle tracce di essere remixate da un minimo di 10 secondi ad un massimo di 10 minuti, in base al contenuto e alla lunghezza del video.

Purtroppo le transizioni, per quanto comode e intuitive da applicare, non possono essere personalizzate e risultano essere solo lineari nella logica di funzionamento. Non si può quindi anticipare o sbilanciare il loro comportamento, come invece avviene sui software più professionali.

Apple Pencil: funzione Hover e Live Drawing per la migliore esperienza su iPad

Final Cut Pro su iPad

Una delle funzioni che abbiamo maggiormente apprezzato durante i test per la recensione di Final Cut Pro per iPad è quella del Live Drawing con Apple Pencil, ovvero la possibilità di scrivere, disegnare e creare animazioni direttamente disegnando sul video. L’input registrato con Apple Pencil viene salvato su una apposita traccia, così da non essere distruttivo sulle clip originali. Tuttavia, le opzioni sono ancora troppo basic e potrebbero saturarsi presto. Ci auguriamo di vedere sempre più tipologie di pennelli, tratti e opzioni di personalizzazione.

Final Cut Pro su iPad

Sui nuovi iPad Pro con chip M2, poi, la funzione Hover di Apple Pencil è molto comoda per poter scorrere la timeline senza nemmeno toccare lo schermo con la punta della matita. Si tratta di una valida soluzione per guardare l’anteprima del progetto senza nemmeno cliccare play e con la velocità di preview che segue quella del nostro polso.

Performance di Final Cut Pro su iPad: su M2 nessun problema, tutto fila liscio

Inutile dire che l’ottimizzazione di Final Cut Pro su iPad è quasi perfetta con nessun rallentamento, nessun bug o blocco e con una velocità di elaborazione fulminea, quantomeno sul chip M2 che abbiamo provato. La batteria si scarica facilmente ma lo fa in linea con altri software concorrenti quindi non è un vero e proprio problema. Chiaramente si può lavorare a progetti semplici senza carica in mobilità ma per i montaggi più complessi è sempre consigliabile avere un power bank oppure una presa a disposizione.

C’è anche la possibilità di impostare il software in modo da prediligere le performance o la qualità di riproduzione delle anteprime, così come la possibilità (pro) di renderizzare le singole clip per migliorare il feedback durante l’editing.

Pro Camera Mode: camera e regia, tutto in un solo prodotto

Final Cut Pro su iPad

Apple definisce in questo modo la funzionalità Pro Camera Mode:

Pro Camera Mode offre ancora più controllo sul processo di creazione su iPad. È possibile girare video di alta qualità, con orientamento verticale o orizzontale, monitorare l’audio e il tempo di registrazione disponibile, e controllare manualmente alcune impostazioni, come la messa a fuoco, l’esposizione e il bilanciamento del bianco. È anche possibile registrare, editare e pubblicare da un unico dispositivo mentre si è sul set; e su iPad Pro con M2 è possibile anche registrare in ProRes. Multicam Video Editing permette di sincronizzare automaticamente le clip per modificarle tutte insieme; è possibile anche cambiare angolazione con un semplice tap.

Dai nostri test per la recensione di Final Cut Pro per iPad, possiamo confermare che la modalità è piuttosto interessante e utile per chi gira video da iPad ma chiaramente si tratta di un caso d’uso molto raro in ambito professionale. Siamo certi, tuttavia, che questa funzionalità potrà essere utile in molti casi, soprattutto durante la realizzazione di contenuti per i social network.

Mancanze e difetti di Final Cut Pro per iPad: i limiti riscontrati nella nostra recensione

Sfortunatamente, l’esperienza d’uso di Final Cut per iPad è molto distante da quella del software per Mac, a discapito degli utenti più esperti. Se l’interfaccia touch è intuitiva e leggera per chi inizia ora a muovere i primi passi nel mondo del video-editing, la lunghissima lista di mancanze in questo software allontana l’entusiasmo dei professionisti e degli utenti più esperti.

Ad esempio, già nell’importazione dei file notiamo i primi limiti dell’architettura su iPad: non è possibile importare intere cartelle ma ci si deve limitare all’importazione di uno o molteplici file senza una gerarchia precisa. Ciò significa che se si è abituati a creare un progetto con sottocartelle e un ordine ben preciso, Final Cut Pro per iPad non potrà assistere gli utenti in questo e si limiterà a mostrare i file nell’inspector media tutti insieme o, al limite, ordinati e filtrati per alcuni parametri standard.

Ancora, non è possibile usare supporti esterni per l’editing video. Si, dovreste valutare bene il taglio di memoria dell’iPad da acquistare o di quello già in vostro possesso in quanto tutti i file devono vivere sulla memoria interna durante l’editing. Nei test, abbiamo provato un iPad da 256GB che ha mostrato il fianco dopo meno di un’ora di editing. Chiaramente, in base alla complessità dei progetti potrà sicuramente essere utile un taglio di memoria vicino al TB o addirittura di 2TB, con un prezzo che va dai 1949€ di listino per un iPad Pro 11″ M2 da 1TB in su, fino ad oltre 2840€ per il 12,9″ da 2TB.

Da un certo punto di vista, l’impiego di un disco esterno potrebbe anche essere una limitazione in mobilità, data la velocità con la quale questo genere di software impatta sulla batteria di iPad (non è una pecca esclusiva di Final Cut Pro in quanto abbiamo riscontrato circa gli stessi consumi anche con DaVinci Resolve per iPad). Ovviamente, soprattuto se si usa la Magic Keyboard di Apple, una porta in più per la ricarica è sempre disponibile e potrebbe comunque essere sfruttata anche con la connessione via USB-C di un’unità SSD. Avremmo preferito poter scegliere cosa prediligere, caso per caso, e non limitarci alla memoria interna di iPad.

Manca poi la stabilizzazione all’interno delle funzionalità di editing. Ciò significa che se si vuole raggiungere un risultato professionale con clip non necessariamente registrate su un gimbal o tramite stabilizzatori ad-hoc, il risultato potrebbe lasciare a desiderare. Questa è, probabilmente, una delle top 3 feature che speriamo di vedere in una prossima release perchè è estremamente impattante nell’editing quotidiano.

Un’altra funzione di cui si sente la mancanza, soprattutto in ambito “pro”, è il caricamento di LUT personalizzate. Sempre più diffuse, anche tra i creator occasionali che si sono formati con i filtri dei social, le LUT possono semplificare il lavoro fornendo già una base di color grading e correction vicina ai gusti e alle esigenze dell’utente. L’impossibilità di caricarne di personalizzate è piuttosto limitante, non solo per velocizzare l’editing ma per permettere una color correction precisa in caso di formati file professionali con spazi colore LOG e via discorrendo. Certo, ci sono delle LUT pre-impostate ma, ricordiamo, che questo software si chiama Final Cut “PRO” e ciò non rende giustizia al suo nome.

Mettiamo, ancora, il caso che un utente voglia lavorare in modo preciso e dettagliato sulla color correction dei propri video: mancano gli strumenti chiave per farlo. Non fraintendeteci, i cursori e le rotelle ci sono ma mancano dei riferimenti comuni ai software di editing. Banalmente, per regolare colore, esposizione, ombre, luci e via discorrendo sono presenti solo delle rotelle piuttosto anonime e lontane dalle color wheels e dai tool usati in tutti i software di editing. Inoltre, chiunque volesse sfruttare degli strumenti visivi per controllare l’andamento oggettivo dell’editing, al di fuori del display sul quale si sta editando, non potrà farlo in quanto mancano istogrammi e “scopes” video. Tutte caratteristiche che, per inciso, sono presenti su DaVinci Resolve per iPad.

E se pensate che si possa esportare un file .XML per fare la color su un software differente, ci dispiace deludervi ma – al momento – non ci sono opzioni per fare questo. Anche questa è una delle funzionalità top che ci auguriamo di vedere presto su FCP per iPad.

Infine, Final Cut Pro per iPad consente di importare i progetti creati con iMovie per iOS e di esportare su un Mac i progetti creati su iPad ma non permette di lavorare sui progetti di Final Cut per Mac.

Conclusioni: vale la pena abbonarsi a Final Cut Pro su iPad?

Final Cut Pro su iPad

Tirando le somme della nostra recensione di Final Cut Pro per iPad, la lista delle funzionalità che ci sono piaciute è piuttosto corposa ma viene – purtroppo – controbilanciata dalle mancanze di questo software rispetto a quelle che sono le esigenze professionali. Final Cut Pro ha una lunga tradizione su Mac e speriamo di poter vedere sempre più novità nelle prossime release su iPad altrimenti il rischio è quello di avere a disposizione due software che hanno lo stesso nome ma che si orientano a due categorie di utenti differenti.

Non vogliamo chiamarlo iMovie Pro ma la sensazione che si ottiene dopo diversi test è quella di avere tra le mani un progetto ambizioso, capace di dare nuova vita ad un’intera categoria di prodotto (iPad), ma che necessita di molto lavoro. Dopotutto, DaVinci Resolve ci è già riuscito e – a patto di avere qualche limitazione – offre un’esperienza decisamente più professionale.

Veniamo al prezzo: Final Cut Pro per iPad costa 4,99€ al mese oppure 49€ all’anno, come da listino ufficiale disponibile sul sito Apple. Si tratta, certamente, di cifre abbordabili per un software che comunque offre tantissime funzionalità e che si distingue parecchio da quello per Mac (inutile quindi pensare ad una licenza unica). Lato professionisti, tuttavia, il modello in abbonamento può essere percepito bene o male in base alle esigenze del singolo e la scelta di Apple di non offrire, in alcun modo, una licenza a vita fa storcere il naso.

Vale quindi la pena usare Final Cut Pro su iPad? Se avete già in casa un iPad compatibile, potete provare da voi l’app per un mese gratuitamente e testare il workflow proposto in base alle vostre necessità.

Gli iPad compatibili sono:

  • iPad Pro da 12,9 pollici (5a o 6a generazione)
  • iPad Pro da 11 pollici (3a o 4a generazione)
  • iPad Air (5a generazione)

Tutti gli iPad devono avere iPadOS 16.4 o successivi per supportare Final Cut Pro.

Siamo fiduciosi di vedere sempre più miglioramenti nel corso degli update futuri. Se quindi create video su base amatoriale o producete video per i social network, per le stories e i reels oppure volete un prodotto da usare in mobilità per iniziare a lavorare su un progetto più complesso da terminare poi sul Mac, Final Cut Pro per iPad fa per voi. In alternativa, date un’occhiata alla nostra recensione di DaVinci Resolve per iPad.

7

Final Cut Pro per iPad è un software con ottime potenzialità ma che necessita di ulteriore sviluppo e miglioramenti per essere all’altezza del nome che porta. Mancano molte funzioni destinate ai professionisti (LUT personalizzate, export XML, editing su SSD,  scopes video, ecc) ma ci sono molti strumenti intuitivi per il lavoro in mobilità. La scelta di renderlo disponibile in abbonamento è interessante ma potrebbe non essere apprezzata da tutti, soprattutto dai professionisti che preferiscono pagare un software una sola volta ma non avere una spesa costante mensile o annuale.

  • Interfaccia
    9
  • Funzionalità
    8,5
  • Strumenti Professionali
    4
  • Performance/Batteria
    8,5
  • Integrazione e compatibilità
    4
  • Qualità/prezzo
    8
HotAcquista iPhone 15 su Amazon!
Recensioni