iBooks Store e libri in italiano: quando inizierà questa rivoluzione?

Quando fu presentato l’iPad, Steve Jobs parlò molto della possibilità di leggere libri ma soprattutto di poterli acquistare direttamente dal tablet tramite iBooks Store. Inizialmente tutti noi eravamo consapevoli che in Italia i primi ebook sarebbero arrivati tardi, ma le premesse erano buone. Ora però, a distanza di quasi 6 mesi, la situazione non è cambiata affatto…

Provate ad andare su iBooks Store. Con un account USA potete acquistare praticamente tutti i libri più importanti usciti negli ultimi mesi, spendere circa 10$ ed avere il vostro bestseller pronto per essere letto su iPad.

Ora accedete su iBooks Store con un account italiano. Volete trovare un bestseller nella nostra lingua? Avevate in mente di acquistare “La solitudine dei numeri primi” o il bellissimo “Accabadora”? Dimenticatelo, perchè libri in italiano non ne esistono, nemmeno di quelli tradotti da opere americane.

Certo, abbiamo alcuni classici della nostra letteratura disponibili gratuitamente (vedi Divina Commedia), ma non è questa la rivoluzione editoriale che ci aspettavamo.

L’iPad è (o forse è il caso di dire “sarebbe”) un dispositivo completo, ma qui in Italia ci perdiamo una delle sue più belle funzioni: acquistare qualsiasi libro, a prezzi più contenuti delle versioni cartacee, e portarlo sempre con noi per leggerlo nei momenti liberi della giornata.

La situazione, inoltre, sembra non dover migliorare nei prossimi mesi. Se subito dopo l’uscita dell’iPad varie case editrici nostrane si erano mosse per informarsi sulle possibilità offerte da Apple, ora siamo in una fase di stallo. Nessuno sembra voler investire nell’editoria digitale, negli ebook, negli ereader. Ed è un peccato, perchè nei prossimi mesi saranno venduti tanti nuovi iPad, presto arriverà un nuovo modello e sempre più utenti usciranno di casa con il proprio tablet.

Molte volte mi sono sentito rispondere che uno dei motivi per cui le case editrici hanno paura di entrare nel mercato degli ebook è quello della pirateria, dato che sarebbe semplice copiare una versione digitale di un particolare libro e diffonderla illegalmente su internet.

Giusto. Ma la pirateria non deve essere un freno per l’innovazione, anzi! Parliamoci chiaro. Già adesso si trovano in rete copie in PDF di tutti i più importanti libri italiani e stranieri (tradotti). Dando la possibilità di poterne leggere una parte, scaricarli comodamente tramite iPad e leggerli in un formato decisamente migliore rispetto al semplice PDF, potrebbe essere un freno (anche se piccolo) alla stessa pirateria e comunque questa riguarda soltanto una piccolissima percentuale di lettori. Sì, perchè nella lettura più che nella musica o nella passione dei giochi, c’è il vero amore per ciò che si legge e sono pochi coloro che hanno interesse a scaricarsi una misera e malfatta copia in PDF di un libro cartaceo…

Gli italiani non sono un popolo di lettori, questo si sa, ma proprio perchè l’editoria classica non vie certo il suo periodo più roseo, perchè non azzardare e tentare di entrare nel mercato digitale?

Perchè ripetere lo stesso errore di tanti anni fa, quando diverse case discografiche italiane guardavano con diffidenza e quasi ignoravano iTunes, continuando ad investire in formati ormai entrati in disuso?

Muoversi in tempo, e prima di tutti, è un ottimo modo per far rientrare in parte la spesa iniziale. Pensate ad una Einaudi che pubblica l’intero catalogo su iBooks Store: tra i lettori appassionati, coloro che cercavano un libro specifico o tra i semplici curiosi che vogliono provare la novità, le vendite sarebbero quanto meno “buone”.

Si tratterebbe solo di azzardare, di fare il primo passo, perchè tutti gli altri seguiranno a ruota. Guardate la Apple. Quante volte ha “azzardato” per poi raccogliere i frutti (e che frutti!) dopo qualche tempo? Solo per rimanere in tema, ha lanciato l’iPad tra la diffidenza dei critici e ora è uno dei dispositivi più venduti in assoluto. E la concorrenza? Fiutato l’affare, nei prossimi mesi saremo invasi da decine di nuovi tablet…

Ecco, una casa editrice italiana dovrebbe fare il primo passo. E imitare Apple.

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