Nell’ultimo periodo Apple ha sicuramente intrapreso una campagna anti-jailbreak ancora più drastica rispetto al passato. L’azienda infatti ha deciso di combattere questo eterno rivale in maniera intelligente, andando a colpire alcuni punti fondamentali che sono fattore della sua diffusione.
Per rendersi conto, anche se in modo non esaustivo, di come Apple stia aggressivamente respingendo il jailbreak, basta pensare al repentino rilascio di iOS 4.3.4 avvenuto principalmente per bloccare la falla di sicurezza in Mobile Safari che consentiva il funzionamento di JailbreakMe 3.0 e quindi l’installazione di Cydia su iOS 4.3.3. Ma c’è di più; sempre con questo firmware Apple ha anche corretto una vulnerabilità presente da diverso tempo in iOS (sin dal firmware 4.1) che gli hacker hanno utilizzato per effettuare il jailbreak. Perchè correggere solo ora una vulnerabilità presente da diversi mesi? È chiaro che qualcosa è cambiato nei piani dell’azienda.
Un’altro colpo duro per il jailbreak è arrivato da un’altra release di iOS, il firmware 5.0, che già dalla presentazione uffciale ha “spaventato” alcuni sviluppatori del mondo Cydia, rendendo praticamente inutili i loro progetti distribuiti tramite Cydia. Tantissimi tweak, quali ad esempio MobileNotifier, LockInfo, CameraButtons, qTweeter e ancora altri, sono stati infatti radicalmente sostituiti in iOS 5 da funzioni native che Apple ha presentato ed integrato nel nuovo firmware. A tal proposito vi consigliamo di leggere l’articolo “iOS 5: il colpo di grazia definitivo al Jailbreak?“.
Ultimo esempio recente, riguarda l’iPad 2 o meglio il processore A5. Attualmente, infatti, non è ancora stato trovato un exploit a livello della bootrom che consenta l’esecuzione di un jailbreak stabile e duraturo su dispositivi montanti questo processore come invece è accaduto con l’iPhone 4 e l’iPad di prima generazione. Ottenere un exploit a livello di bootrom su iPad 2 significherebbe, teoricamente, che non appena verrà rilasciato l’iPhone 5 da Apple potrebbero essere necessari solo pochi giorni affinchè il tutto funzioni correttamente. Se da una parte questo può ovviamente esaltare, dall’altra al momento non sembrano esserci sviluppi in merito a vulnerabilità hardware del nuovo processore.
Ovviamente queste sono solamente le ultime tappe della battaglia Apple-Jailbreak, entrata nel vivo almeno da due anni, quando fu rilasciato l’iPhone 3GS. Con questo nuovo iPhone sono stati infatti introdotti i tanto odiati certificati SHSH per il ripristino/downgrade dei dispositivi più recenti che risultano fondamentali quando Apple blocca le firme digitali delle vecchie versioni di iOS, esattamente come accaduto di recente con il 4.3.3.
Come già detto, però, in questi ultimi mesi la risposta di Apple al jailbreak è sembrata totalmente diversa e l’azienda si è dimostrata ancora più attenta a questa tematica ostacolando con tutte le proprie forze lo sblocco degli iDevices. Firmware correttivi, release maggiori che implementano una serie di novità riprese dal mondo del jailbreak e un nuovo processore che attualmente risutla impenetrabile. Apple adesso non scherza più.