Caso e-book: pubblicate le dichiarazioni di apertura contro Apple

Sono state pubblicate dal  Dipartimento di Giustizia americano (DOJ) le dichiarazioni di apertura sul processo che vede invischiati Apple e alcune importanti case editrici americane, relativamente a presunto al prezzo anti concorrenziale applicato sugli e-book.

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Il Dipartimento sostiene che Apple avrebbe facilitato gli accordi con quattro grandi editori per presentare un fronte unito in grado di richiedere un vero e proprio “modello di agenzia” per i prezzi degli e-book, ai quali gli altri editori avrebbero dovuto sottostare. Questo processo sarebbe servito per mettere in difficoltà Amazon e i suoi prezzi più bassi relativi proprio ai libri digitali.

Prima che Apple entrasse nel mercato degli e-book, Amazon possedeva più del 90% del mercato e-book e utilizzava tale monopolio per imporre accordi con gli editori con un modello di prezzo relativamente basso. Gli editori vendevano gli e-book su Amazon a circa il 50% del prezzo di vendita consigliato per la copia digitale, permettendo di fatto ad Amazon di impostare il prezzo che preferiva. Ad esempio, un libro cartaceo che costava 25$, avrebbe dovuto avare un prezzo consigliato per la versione digitale di 20$, ma su Amazon il prezzo era solitamente di 9,99$, a prescindere dal prezzo suggerito o dal valore della versione cartacea.

La decisione di Amazon di vendere gli e-book a prezzi quasi in perdita era giustificata dai volumi di vendita molto elevati e dai margini di vendita degli e-reader Kindle. Pur avendo una piccola perdita per ogni e-book venduto, Amazon sperava di mantenere tutti gli editori nel proprio circuito e rendere impossibile per gli altri, vedi Kobo o Sony, di competere con la sua piattaforma.

Ma questa scelta di Amazon, forse non intenzionalmente, ha tuttavia avuto un effetto collaterale: con gli e-book offerti ad un terzo del prezzo della versione cartacea, la domanda di libri “fisici” negli USA è fortemente calata e molte librerie sono entrate in crisi.

Il Dipartimento di Giustizia non ha però tenuto conto di questi fattori e ha ritenuto che l’aumento di prezzo degli e-book  dai 10$ ai 12$-15$ sia coinciso con l’ingresso di Apple in questo mercato. Con gli accordi stipulati con i più importanti editori, quindi, Apple avrebbe di fatto costretto Amazon ad utilizzare un diverso modello di agenzia (sono gli editori ad impostare i prezzi, non chi li vende direttamente) per porre fine agli e-book “scontati”. Questo fatto ha ovviamente finito per svantaggiare il consumatore, con centinaia di migliaia di dollari pagati in più ogni anno per l’acquisto degli e-book rispetto a quando i prezzi venivano stabiliti liberamente da Amazon.

I giudici vogliono quindi verificare se il comportamento di Apple, e delle quattro case editrici, sia anti-concorrenziale, ma stando alle prime decisioni sembra che il verdetto finale sia stato già scritto. Tra l’altro, diverse e-mail interne inviate da Steve Jobs e Eddy Cue ai vari editori avvalorerebbero la tesi degli accusatori, in quanto negli accordi con Apple vi era anche la clausola che uno stesso e-book non poteva essere venduto su altri portali a prezzi inferiori rispetto all’iBooks Store. In pratica, se una casa editrice ha deciso di vendere un libro sullo store Apple a 12$, non può venderlo a meno su Amazon.

Gli avvocati Apple ci tengono a precisare che rompere il monopolio di Amazon non è stato mai collegato al tipo di approccio che ha avuto Apple nei confronti degli editori e che, anzi, la scelta delle case editrici è stata dettata dal fatto che le politiche di Amazon erano troppo restrittive in quanto era l’unico store di e-book di un certo livello. Per questo, molti editori guardavano con avversione Amazon e quando si è presentata l’opportunità di entrare su uno store ancora più importante come quello Apple, tutti hanno preso la palla al balzo accettando le condizioni imposte dall’iBooks Store.

Tra l’altro, gli accordi con Apple hanno consentito a tante case editrici (come la Barnes & Noble) di entrare nel mercato degli e-book, dato che prima con il modello imposto da Amazon era praticamente impossibile guadagnare con le vendite dei libri digitali. Insomma, Amazon aveva il controllo esclusivo del mercato e guadagnava da altri mercati (hardware, store di accessori, ecc…), potendo permettersi di guadagnare poco e niente dalla vendita degli e-book, ma molte case editrici non potevano fare altrettanto e non potevano quindi entrare in un mercato dominato da un solo soggetto.

Ancora, gli avvocati fanno notare come ormai ci sia vera e propria concorrenza anche su iBook Store e che i prezzi variano da libro a libro e sono comunque di molto inferiori rispetto alle versioni cartacee. Ancora, grazie ad Apple le vendite complessive degli e-book sono notevolmente aumentate, migliorando di fatto il mercato.

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