Il Wall Street Journal ha fatto luce su un aspetto degli ebook poco evidenziato in passato, ma che merita di essere approfondito: gli editori dei libri digitali non monitorano solo il numero di copie acquistate dagli utenti, ma sanno anche in che modo le state leggendo: i lettori leggono le introduzioni o le saltano? Quali sono i passi del libro che i lettori amano condividere di più con gli altri?
Il cosiddetto “data mining”, cioè il recupero di dati che si basano sugli utilizzi dei mezzi digitali da parte degli utenti, riguarda anche e soprattutto gli ebook. Ad esempio gli editori possono sapere che il lettore medio impiega circa 7 ore per leggere l’ultimo libro della trilogia di Suzanne Collins “Hunger Games”, con una media di 57 pagine all’ora, e che la maggior parte, subito dopo aver letto il primo libro, acquista il secondo della serie.
Il fenomeno non riguarda solo l’iPad, ma tutti i lettori di e-book, con in prima linea Amazon. Tra l’altro la legislazione in materia di privacy su questo tipo di documenti è ancora poco chiara: c’è chi è contrario alla registrazione di tali dati, chi invece è favorevole perchè convinto servano a migliorare il servizio finale per l’utente. In ogni caso i dati rimangono sempre anonimi e nella maggior parte dei casi vengono conservati e salvati in gruppi e non singolarmente.
Pochi, però, sapevano che anche i libri sono in grado di leggerci…