Come si è evoluto nel tempo il rapporto tra Apple e i servizi esterni integrati in iOS?
iOS 1
Con la presentazione del primo iPhone (siamo nel 2007) il sistema operativo era ancora ai suo albori, ma Google era già un partner importante che forniva il motore di ricerca di default, le mappe e l’applicazione ufficiale di YouTube. Tra l’altro, durante la presentazione intervenne anche l’allora CEO di Google Eric Schmidt che parlò proprio della collaborazione con Apple per la realizzazione dell’iPhone.
Dato che questa prima versione del sistema operativo mobile di Apple non aveva l’App Store, le applicazioni di default assumevano una rilevanza fondamentale e tra queste ve ne erano ben due di Google (Mappe e YouTube), senza dimenticare Safari e il motore di ricerca Google integrato.
iOS 2 e iOS 3
Con iOS 2 sono state migliorate le funzionalità di base, mentre con iOS 3 è arrivato l’App Store e con esso la possibilità di installare applicazioni terze su iPhone. L’unica nuova integrazione di default riguardò il supporto a Microsoft Exchange (iOS 2), che rese lo smartphone più funzionale per le aziende.
iOS 4
Con iOS 4 Apple ha introdotto un nuovo motore di ricerca impostabile nativamente (Bing), aumentando il livello di collaborazione con Microsoft. Altra novità riguardò una piccola ma importante modifica nella barra di ricerca di Safari: al suo interno scompare la scritta del motore di ricerca impostato di default (Google, Yahoo o Bing) e al suo posto viene inserita una generica scritta “Cerca”. Una mossa necessaria per offuscare il marchio dei motori di ricerca, che oggi assume ancora più valore dato che conosciamo le mosse che Apple avrebbe intrapreso negli anni successivi.
iOS 4 doveva sancire anche la prima collaborazione tra Apple e Facebook grazie al social network musicale Ping, ma l’accordo tra le due aziende saltò proprio all’ultimo.
iOS 5
Con questa versione arriva il primo servizio non Apple integrato ampiamente in iOS: Twitter. Diverse app sono ad esso collegato e l’account inserito dall’utente può essere utilizzato in ogni momento senza dover riscrivere le relative credenziali, anche nelle app terze che fanno uso proprio di Twitter.
iOS 5 porta anche la nascita di Siri, che interagisce nativamente con WolframAlpha, Yelp, Yahoo Meteo, Borsa Yahoo e altri servizi minori.Quando Apple ha presentato iOS 6 al WWDC di quest’anno, una delle novità più interessanti è stata l’allontanamento da Google Maps e la decisione di integrare mappe realizzate in casa con la collaborazione di altre aziende come TomTom. Pe molti aspetti, questa decisione non ha sorpreso gli osservatori più attenti in quanto ormai da tempo si erano inclinati i rapporti tra Apple e Google, soprattutto a causa di Android e delle presunte “copie” perpetrate dalle aziende che utilizzano questo sistema operativo. Oltre a Google Maps, con iOS 6 abbiamo assistito anche all’eliminazione dell’applicazione ufficiale di Youtube. Insomma, Apple vuole rendersi del tutto indipendente da Google, senza dimenticare però che tanti altri servizi esterni sono stati integrati negli anni proprio nel sistema operativo mobile di Cupertino.
iOS 1
Con la presentazione del primo iPhone (siamo nel 2007) il sistema operativo era ancora ai suo albori, ma Google era già un partner importante che forniva il motore di ricerca di default, le mappe e l’applicazione ufficiale di YouTube. Tra l’altro, durante la presentazione intervenne anche l’allora CEO di Google Eric Schmidt che parlò proprio della collaborazione con Apple per la realizzazione dell’iPhone.
Dato che questa prima versione del sistema operativo mobile di Apple non aveva l’App Store, le applicazioni di default assumevano una rilevanza fondamentale e tra queste ve ne erano ben due di Google (Mappe e YouTube), senza dimenticare Safari e il motore di ricerca Google integrato.
iOS 2 e iOS 3
Con iOS 2 sono state migliorate le funzionalità di base, mentre con iOS 3 è arrivato l’App Store e con esso la possibilità di installare applicazioni terze su iPhone. L’unica nuova integrazione di default riguardò il supporto a Microsoft Exchange (iOS 2), che rese lo smartphone più funzionale per le aziende.
iOS 4
Con iOS 4 Apple ha introdotto un nuovo motore di ricerca impostabile nativamente (Bing), aumentando il livello di collaborazione con Microsoft. Altra novità riguardò una piccola ma importante modifica nella barra di ricerca di Safari: al suo interno scompare la scritta del motore di ricerca impostato di default (Google, Yahoo o Bing) e al suo posto viene inserita una generica scritta “Cerca”. Una mossa necessaria per offuscare il marchio dei motori di ricerca, che oggi assume ancora più valore dato che conosciamo le mosse che Apple avrebbe intrapreso negli anni successivi.
iOS 4 doveva sancire anche la prima collaborazione tra Apple e Facebook grazie al social network musicale Ping, ma l’accordo tra le due aziende saltò proprio all’ultimo.
iOS 5
Con questa versione arriva il primo servizio non Apple integrato ampiamente in iOS: Twitter. Diverse app sono ad esso collegato e l’account inserito dall’utente può essere utilizzato in ogni momento senza dover riscrivere le relative credenziali, anche nelle app terze che fanno uso proprio di Twitter.
iOS 5 porta anche la nascita di Siri, che interagisce nativamente con WolframAlpha, Yelp, Yahoo Meteo, Borsa Yahoo e altri servizi minori.
iOS 6
Come detto in precedenza, iOS 6 sancisce l’addio a Google da ogni integrazione nativa con il sistema operativo mobile di Apple. Mappe è ora controllato direttamente da Apple e Youtube viene tolta come app nativa. Rimane vivo solo il motore di ricerca Google impostabile in Safari. Con iOS 6 Apple raggiunge finalmente l’accordo con Facebook per la sua integrazione totale proprio come avvenuto con Twitter. Aumentano anche i servizi collegati a Siri, con Rotten Tomatoes, OpenTable e Sport Yahoo.
Quello che bisogna considerare è che con iOS 6 spariscono due app praticamente esistenti dagli albori dell’iPhone: Google Maps e Youtube. Con questa decisione, Apple ha praticamente tagliato ogni legame diretto con Google e può liberamente gestire il proprio sistema operativo. Anche quella famosa scritta “Cerca” nel box di Safari serve ad offuscare ogni riferimento a Google.
Quando Apple ha presentato iOS 6 al WWDC di quest’anno, una delle novità più interessanti è stata l’allontanamento da Google Maps e la decisione di integrare mappe realizzate in casa con la collaborazione di altre aziende come TomTom. Pe molti aspetti, questa decisione non ha sorpreso gli osservatori più attenti in quanto ormai da tempo si erano inclinati i rapporti tra Apple e Google, soprattutto a causa di Android e delle presunte “copie” perpetrate dalle aziende che utilizzano questo sistema operativo. Oltre a Google Maps, con iOS 6 abbiamo assistito anche all’eliminazione dell’applicazione ufficiale di Youtube. Insomma, Apple vuole rendersi del tutto indipendente da Google, senza dimenticare però che tanti altri servizi esterni sono stati integrati negli anni proprio nel sistema operativo mobile di Cupertino.
iOS 1
Con la presentazione del primo iPhone (siamo nel 2007) il sistema operativo era ancora ai suo albori, ma Google era già un partner importante che forniva il motore di ricerca di default, le mappe e l’applicazione ufficiale di YouTube. Tra l’altro, durante la presentazione intervenne anche l’allora CEO di Google Eric Schmidt che parlò proprio della collaborazione con Apple per la realizzazione dell’iPhone.
Dato che questa prima versione del sistema operativo mobile di Apple non aveva l’App Store, le applicazioni di default assumevano una rilevanza fondamentale e tra queste ve ne erano ben due di Google (Mappe e YouTube), senza dimenticare Safari e il motore di ricerca Google integrato.
iOS 2 e iOS 3
Con iOS 2 sono state migliorate le funzionalità di base, mentre con iOS 3 è arrivato l’App Store e con esso la possibilità di installare applicazioni terze su iPhone. L’unica nuova integrazione di default riguardò il supporto a Microsoft Exchange (iOS 2), che rese lo smartphone più funzionale per le aziende.
iOS 4
Con iOS 4 Apple ha introdotto un nuovo motore di ricerca impostabile nativamente (Bing), aumentando il livello di collaborazione con Microsoft. Altra novità riguardò una piccola ma importante modifica nella barra di ricerca di Safari: al suo interno scompare la scritta del motore di ricerca impostato di default (Google, Yahoo o Bing) e al suo posto viene inserita una generica scritta “Cerca”. Una mossa necessaria per offuscare il marchio dei motori di ricerca, che oggi assume ancora più valore dato che conosciamo le mosse che Apple avrebbe intrapreso negli anni successivi.
iOS 4 doveva sancire anche la prima collaborazione tra Apple e Facebook grazie al social network musicale Ping, ma l’accordo tra le due aziende saltò proprio all’ultimo.
iOS 5
Con questa versione arriva il primo servizio non Apple integrato ampiamente in iOS: Twitter. Diverse app sono ad esso collegato e l’account inserito dall’utente può essere utilizzato in ogni momento senza dover riscrivere le relative credenziali, anche nelle app terze che fanno uso proprio di Twitter.
iOS 5 porta anche la nascita di Siri, che interagisce nativamente con WolframAlpha, Yelp, Yahoo Meteo, Borsa Yahoo e altri servizi minori.
iOS 6
Come detto in precedenza, iOS 6 sancisce l’addio a Google da ogni integrazione nativa con il sistema operativo mobile di Apple. Mappe è ora controllato direttamente da Apple e Youtube viene tolta come app nativa. Rimane vivo solo il motore di ricerca Google impostabile in Safari. Con iOS 6 Apple raggiunge finalmente l’accordo con Facebook per la sua integrazione totale proprio come avvenuto con Twitter. Aumentano anche i servizi collegati a Siri, con Rotten Tomatoes, OpenTable e Sport Yahoo.
Quello che bisogna considerare è che con iOS 6 spariscono due app praticamente esistenti dagli albori dell’iPhone: Google Maps e Youtube. Con questa decisione, Apple ha praticamente tagliato ogni legame diretto con Google e può liberamente gestire il proprio sistema operativo. Anche quella famosa scritta “Cerca” nel box di Safari serve ad offuscare ogni riferimento a Google.
iOS 6 ha poi inserito l’integrazione a diversi servizi per i mercati cinesi, quali Baidu, youku e Weibo.
Apple ha quindi aumentato il numero di servizi di terze parti a cui si appoggia per l’integrazione in iOS, ma continua a farlo con molta attenzione e cercando di limitare il più possibile la visualizzazione di marchi esterni. Il motivo non è solo estetico o “politico”: Apple vuole creare un’esperienza utente unica e nativa, che non faccia apparire iOS troppo frammentato.
Insomma, Apple cerca di integrare al meglio in iOS i migliori servizi al mondo, senza tralasciare lo sviluppo interno di nuove funzionalità.
[via]
iOS 6 ha poi inserito l’integrazione a diversi servizi per i mercati cinesi, quali Baidu, youku e Weibo.
Apple ha quindi aumentato il numero di servizi di terze parti a cui si appoggia per l’integrazione in iOS, ma continua a farlo con molta attenzione e cercando di limitare il più possibile la visualizzazione di marchi esterni. Il motivo non è solo estetico o “politico”: Apple vuole creare un’esperienza utente unica e nativa, che non faccia apparire iOS troppo frammentato.
Insomma, Apple cerca di integrare al meglio in iOS i migliori servizi al mondo, senza tralasciare lo sviluppo interno di nuove funzionalità.
iOS 6
Come detto in precedenza, iOS 6 sancisce l’addio a Google da ogni integrazione nativa con il sistema operativo mobile di Apple. Mappe è ora controllato direttamente da Apple e Youtube viene tolta come app nativa. Rimane vivo solo il motore di ricerca Google impostabile in Safari. Con iOS 6 Apple raggiunge finalmente l’accordo con Facebook per la sua integrazione totale proprio come avvenuto con Twitter. Aumentano anche i servizi collegati a Siri, con Rotten Tomatoes, OpenTable e Sport Yahoo.
Quello che bisogna considerare è che con iOS 6 spariscono due app praticamente esistenti dagli albori dell’iPhone: Google Maps e Youtube. Con questa decisione, Apple ha praticamente tagliato ogni legame diretto con Google e può liberamente gestire il proprio sistema operativo. Anche quella famosa scritta “Cerca” nel box di Safari serve ad offuscare ogni riferimento a Google.
iOS 6 ha poi inserito l’integrazione a diversi servizi per i mercati cinesi, quali Baidu, youku e Weibo.
Apple ha quindi aumentato il numero di servizi di terze parti a cui si appoggia per l’integrazione in iOS, ma continua a farlo con molta attenzione e cercando di limitare il più possibile la visualizzazione di marchi esterni. Il motivo non è solo estetico o “politico”: Apple vuole creare un’esperienza utente unica e nativa, che non faccia apparire iOS troppo frammentato.
Insomma, Apple cerca di integrare al meglio in iOS i migliori servizi al mondo, senza tralasciare lo sviluppo interno di nuove funzionalità.