Facciamo il punto sul processo “Apple contro Samsung”

In questo articolo riassumiamo tutte le principali vicende che hanno visto protagoniste Apple e Samsung in quello che è uno dei processi più importanti nella storia degli Stati Uniti.

Gran parte della causa ha visto i legali delle due società presentare testimoni e prove volte a dimostrare le due tesi: da una parte Apple, che accusa Samsung di aver violato diversi brevetti e di aver copiato il design di iPhone e iPad, dall’altra la società sudcoreana che si difende affermando che i brevetti Apple sono troppo generici o che la stessa Apple ha preso spunto da design industriali precedenti al rilascio dei suoi dispositivi. Al termine del dibattimento, il giudice Lucy Koh ha peso ben 90 minuti per spiegare alla giuria le cose da prendere in considerazioni e quelle da tralasciare per la decisione finale.

In questo mese passato in tribunale, Apple si è concentrata principalmente sulla cronologia dei documenti storici, presentendo una serie di testimoni e di prove molto chiare e comprensibili per la giuria. Per l’avvocato Mcelhinny di Apple, i documenti sono la chiave più preziosa per accertare l’avvenuta copia da parte di Samsung, aggiungendo che tali documenti sono quasi sempre il luogo dove si trova le verità.

L’avvocato ha più volte spiegato che tutto è iniziato nel 2003, quando Steve Jobs ha convinto la dirigenza Apple a creare uno smartphone. Le prove di tutto ciò stanno nei documenti interni alla società e ai primi prototipo creati dai designer di Apple.

Samsung ha invece iniziato a pensare seriamente alla creazione di smartphone dal 2004, creando modelli molto simili a quelli già in commercio. Solo dal 2007, afferma l’avvocato, le cose sono cambiate come testimoniano le conversazioni tenutesi tra i vari dirigenti sudcoreani, i quali apprezzavano l’iPhone e lo definivano l’invenzione dell’anno. Ne apprezzavano anche il design e l’interfaccia da loro definita “semplice e intuitiva”.

L’avvocato di Apple nota che il gruppo LSI di Samsung aveva accesso ad alcuni segreti dell’iPhone, proprio perchè produceva i chip per il dispositivo. Da qui sono nati una serie di documenti ricchi di dettagli sulle componentistiche del dispositivo e su come poter realizzare un dispositivo simile (dai documenti interni si leggono frasi come “rivoluzionario”, “ecco cosa uno smartphone dovrebbe offrire” e così via). Da una parte vi sono quindi questi documenti storici e testuali, dall’altra le sole parole di difesa di Samsung.

Ecco quindi che dopo il rilascio dell’iPhone – afferma l’avvocato di Apple – il design degli smartphone Samsung è improvvisamente cambiato:

A conferma di tutto ciò vi è un documento del 2010 nel quale i dirigenti Samsung parlano di una “crisi di design”, consapevoli dell’enorme difficoltà di proporre un terminale originale e definendo la differenza tra i loro smartphone e l’iPhone come quella tra la “terra e il cielo”: lo scopo era quello di proporre un “qualcosa di simile all’iPhone 4”. Ancora, la stessa Google (proprietaria del sistema operativo usato da Samsung nei suoi terminali mobile) scrisse una e-mail alla dirigenza sudocoreana per invitarla a non “copiare l’iPhone”.

Secondo l’avvocato Mcelhinny “Samsung ha copiato Apple per quattro anni senza correre alcun rischio di proporre qualcosa di originale”, portando come prova un altro documento di 100 pagine, sempre realizzato dall’azienda sudocreana, datato marzo 2010 e nel quale sono presenti istruzioni dettagliate su cosa copiare dai prodotti Apple. In questo documento vi erano caratteristiche brevettate, design e riferimenti a funzioni proprie di iOS:

La conseguenza di questa copia fu che “le vendite degli smartphone Samsung cominciarono a salire e la società ha iniziato il rilascio di una serie di dispositivi sempre più simili all’iPhone”. Apple informò di questo i dirigenti Samsung già nell’agosto del 2010, invitandoli a fermarsi, ma la risposta fu negativa. Lo stesso avvocato di Apple ha fatto poi presente che Samsung ha “poco rispetto di questo processo“, in quanto si è rifiutata di portare sul banco dei testimoni alti dirigenti o designer importanti, come invece ha fatto Apple con Shiller e Forstall. Anzi, questa omissione è stata voluta perchè in passato l’idustrial designer di Samsun Jin Soo Kim e il responsabile del design Jeeyuen Wang hanno confessato di aver copiato Apple, quindi chiamarli a testimoniare sotto giuramento sarebbe stato un autogol. .

Dopo aver delineato i documenti storici e il perchè Samsung avrebbe copiato Apple, il team legale della società di Cupertino si è concentrato su specifici brevetti, sull’immagine aziendale e sull’utilità che tali brevetti hanno per il futuro dell’azienda.

Tali brevetti sono le vere munizioni a favore di Apple, perchè possono chiaramente dimostrare l’avvenuta violazione e possono prevedere la richiesta di un rimborso che la stessa società ha quantificato in 2 miliardi di dollari tra danni e royalties. Samsung si è difesa affermando che vi sono delle differenze tra i prodotti da loro realizzati e quelli creati da Apple, ma l’avvocato Mcelhinny ha fatto presente alla giuria che tali piccole differenze non giustificano la violazione e sono state inserite solo per ingannare l’osservatore. “Non a caso” afferma l’avvocato “Samsung non ha chiamato nessun testimone per confutare la somiglianza di tali brevetti e le uniche differenze addotte riguardano li raggi dell’angolo dei dispositivi che possono essere rilevate solo con i calibri di precisione. E non è vero che non è possibile realizzare smartphone ben fatti ma diversi dall’iPhone, come dimostrano i prodotti Windows Phone di Nokia”.

Ecco alcune immagini portate come prova in tribunale:

Apple ha anche dimostrato con documenti di diversi negozi specializzati che molti utenti hanno acquistato prodotti Samsung convinti che fossero iPhone  o iPad. Addirittura, una testimonianza ha comprovato che Samsung ha investito “1 miliardo di dollari negli Stati Uniti per imitare i progetti di Apple“.

Tra le copie non vi sarebbero solo i design dei dispositivi, ma anche l’interfaccia utente brevettata da Apple, come il doppio click per ingrandire, il pinch to zoom e le animazioni di chiusura delle app. Per difendersi, Samsung non ha negato queste cosa, ma ha semplicemente affermato che tali brevetti Apple non sono validi in quanto troppo generici.

Secondo gli avvocati di Apple, Samsung avrebbe venduto milioni di prodotti “contraffati” tra il giugno del 2010 e l’agosto del 2012, generando ben 8,160 miliardi di fatturato. Un esperto ha calcolato che Samsung ha beneficiato direttamente di 2,4 miliardi di dollari grazie alla copia di iPhone e iPad. Apple ritiene che il danno per le vendite mancanti sarebbe di 488 milioni di dollari che, sommati ai 2 miliardi di dollari per la violazione diretta di brevetti, raggiungono la cifra di 2,5 miliardi di dollari richiesti dalla società di Cupertino.

Samsung ha invece affermato che la giuria non deve essere ingannata da queste presunte copie e che pagare danni di questo tipo soffocherebbe la concorrenza, lasciando Apple in una sorta di monopolio.

L’avvocato Verhoeven di Samsung ha continuato con la sua linea difensiva, basata non tanto sul passato, quanto sul futuro, dicendo che Apple non ha portato una prova convincente sul fatto che Samsung abbia ingannato i suoi clienti, proprio perchè questo non è vero: chi ha acquistato un prodotto Samsung era consapevole di farlo.

Per Samsung, quindi, lo scopo di Apple è quello di fermare i suoi maggiori concorrenti che oggi danno agli utenti quello che vogliono, e cioè smartphone con schermi più grandi che la stessa Apple non ha ancora prodotto. I consumatori meritano di scegliere tra prodotti diversi e non è contro la legge ispirarsi alla concorrenza per creare dispositivi migliori. E non è nemmeno contro la legge chiedersi, in seno all’azienda, “come si può fare di meglio rispetto all’iPhone?”.

L’avvocato di Samsung ha poi continuato affermando che oggi i televisori HD sono tutti uguali tra di loro, e diversi dai vecchi dispositivi, perchè la forma segue la funzione. Lo stesso è avvenuto con gli smartphone. Ad esempio, quando in auge vi era RIM tutti gli utenti volevano una tastiera fisica in stile BlackBerry, mentre oggi tutti la vogliono integrata nel touchscreen. Le mode cambiano e Samsung si adatta. Tutti vogliono smartphone con cui lavorare e giocare, con cui fare videochiamate e che abbiano una forma rettangolare. Si tratta, dice l’avvocato, dell’evoluzione naturale degli smartphone, mentre Apple vuole interpretare i suoi brevetti per dire che nessuno può creare dispositivi rettangolari con angoli arrotondati. Passando all’accusa sulla confusione creata su alcuni utenti, l’avvocato ha affermato che molte persone non si interessano del marchio e vogliono acquistare soltanto un bel prodotto magari con una forma di abbonamento conveniente.

I legali di Samsung hanno quindi presentato una serie di differenze tra i dispositivi Samsung accusati e i prodotti Apple, facendo notare gli angoli diversi (quelle famose differenze che si vedono al microscopio), la parte anteriore diversa, l’apertura degli altoparlanti differente e i materiali utilizzati (non lucidi).

Per quanto riguarda la copia dell’interfaccia, Samsung di è difesa dimostrando come su un telefono Android da loro prodotto è possibile accenderlo, guardare l’animazione “droid” e sbloccare lo schermo prima ancora di toccare il tasto “apps” utile per arrivare alla schermata che Apple dice sia stata copiata dal menu di iOS. Insomma, per gli avvocati entrare nella schermata “applicazioni” su Android (quella che Apple considera essere stata copiata) prevede un processo laborioso da parte degli utenti, per cui chi accende uno smartphone o un tablet Samsung non vede da subito questa schermata e non può certo confondersi con un prodotto Apple.

Insomma, per Verhoeven Apple ha fatto un tentativo per ingannare la giuria, presentando la linea temporale di prodotti Samsung che sembravano molto simili all’iPhone e parlando della famosa crisi di design del 2010. Ma Apple non ha mostrato alcuni prototipi interni di Samsung che, in parte, precedevano la linea iPhone prima che il dispositivo Apple fosse presentato nel 2007.

Per quanto riguarda le richieste economiche di Apple, queste sono state definite semplicemente ridicole, in quanto non ricalcano i reali eventuali danni causati alla società di Cupertino, nè i reali profitti generati da Samsung. Questo perchè da indagini interne è emerso che solo l’1% degli utenti acquista uno smartphone particolare a causa delle sue caratteristiche specifiche. Alla fine, l’avvocato ha detto alla giuria: “Ci auguriamo che Samsung vinca, ma in caso contrario speriamo possiate usare il buon senso per calcolare i danni da pagare”.

Apple ha invece ribadito che la difesa di Samsung non si è basata sulla confutazione delle prove portate da Apple, ma solo su attacchi ingiustificati verso i testimoni e gli altri avvocati, oppure ribadendo che i brevetti sono solo troppo generici. E non è vero che non è possibile realizzare smartphone senza copiare l’iPhone come, ancora una volta, dimostrano i prodotti creati da Nokia o HTC. Lo scopo di Apple non è quello di fermare in tribunale la concorrenza, ma di avere aziende rivali capaci di competere con sforzi propri e originali e non con telefoni copiati.

Il sistema di brevetti americano è stato pensato per difendere gli investimenti nelle innovazioni, ha detto un altro avvocato Apple, e non è vero che Apple è l’unica a brevettare di tutto: nella Silicon Valley ogni azienda brevetta le proprie innovazioni, altrimenti la maggior parte avrebbero già chiuso. E questo è indispensabile per l’innovazione, non il contrario.

E per i 2,5 miliardi di danni? L’avvocato Apple ha fatto presente alla giuria che dalla vendita di smartphone e tablet “copiati” Samsung ha guadagnato oltre 8 miliardi di dollari e ora non vogliono pagare un centesimo di danni. Tra l’altro, dice, non è vero che 2,5 miliardi metterebbero in crisi l’azienda, dato che hanno speso 1 miliardi di dollari in pubblicità solo negli USA. E i riferimenti ai prodotti pre e post iPhone di Samsung? E la crisi di design? E le confessioni dei designer sudcoreani? Sono tutte cose, conclude l’avvocato, che Samsung vuole far finta che non esistano.

Samsung non può entrare negli Stati Uniti e calpestare le leggi antitrust del paese, dice un altro avvocato, perchè questo ucciderebbe la concorrenza. Apple vuole competere lealmente e senza copiare, Samsung no. L’ultima frase degli avvocati Apple è stata: “Lasciamo che Samsung competa liberamente sul mercato, ma in modo giusto”.

Questa è una piccola storia di settimane di processo. Ora starà alla giuria prendere la decisione finale.

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