Come a rispondere alle riflessioni finali in merito al Locationgate di questo nostro precedente post, ecco che His Steveness rivela apertamente, in un’intervista ad All Things Digital, la filosofia di Apple sulla delicato argomento della privacy e della gestione dei dati personali. Ormai il cofondatore di Apple è sceso personalmente in campo, come in tante altre occasioni, a difendere l’azienda di Cupertino nel marasma del Locationgate.
“Noi [in Apple] abbiamo sempre avuto una visione molto differente della Privacy rispetto ai nostri colleghi della [Silicon] Valley.
Teniamo in considerazione la privacy in maniera estremamente seria. Ad esempio, ci preoccupiamo molto della localizzazione nei nostri telefoni.
E siamo coscienti che un quarantenne si preoccupi che possa finire nei guai o qualcosa di terribile possa accadergli per colpa dei nostro telefono.
Quindi, ad esempio, prima che qualsiasi applicazione possa ottenere le informazioni di localizzazione, non abbiamo messo una regola per cui l’applicazione debba visualizzare una finestra e farne richiesta all’utente, perché l’applicazione potrebbe non seguire quella regola.
Loro [le applicazioni] devono chiamare il nostro servizio di localizzazione e noi visualizziamo la finestra che dice: “Questa app vuole usare i tuoi dati di localizzazione. Sei d’accordo?”, ogni volta che le app vogliono usarli.
E noi facciamo un sacco di cose come queste, per assicurarci che le persone capiscano cosa stiano facendo le applicazioni.
Questa è una delle motivazioni per cui abbiamo creato l’App Store. Abbiamo rifiutato molte applicazioni che volevano prendere parecchi dei vostri dati personali e spedirli nella rete. Molte.
Molta gente nella [Silicon] Valley è convinta che noi la pensiamo all’antica su questo argomento, e probabilmente è così, ma noi ci preoccupiamo di cose come queste.
Avete intenzione di trasferire ulteriormente altre funzioni basilari nella rete?
Se abbiamo intenzione di trasferire ulteriormente altre funzioni basilari nella rete? Certo! Privacy vuol dire che le persone devono sapere cosa le loro applicazioni stanno facendo.
In inglese chiaro, e continuamente. Ecco cosa vuol dire. Io credo che le persone siano intelligenti, e alcune persone vogliono condividere più dati di quanto vogliano farlo altri. Lo si deve chiedere! Lo si deve chiedere ogni volta.
E fare in modo che ti chiedano di non chiederglielo più se gli da fastidio che gli venga chiesto ogni volta. Fargli sapere esattamente cosa si ha intenzione di fare con i suoi dati. Questo è quello che pensiamo.”