Che il co-fondatore di Apple non fosse proprio un amante dei brevetti e degli stillicidi legali che ne conseguono non è di certo una novità, ma le sue dichiarazioni, come sempre, fanno riflettere ancor di più su questa dura politica dei colossi della tecnologia.
“Un sacco di brevetti non valgono ormai molto. In altre parole, uno studente del quinto anno potrebbe suggerire le stesse cose.” – ha dichiarato lo stesso Wozniak nel corso di un keynote durante l’Embedded System Conference Silicon Valley tenutosi a San José, in California, e riportato da Macity – “Le grandi aziende hanno la possibilità di assegnare ingegneri a progetti con l’unico scopo di sviluppare brevetti, sedersi e attendere che qualcuno inizi ad usarli”.
Queste ultime dichiarazioni del grande Woz in merito alla politica dei brevetti adottata dai colossi dell’informatica nascono principalmente, come lui stesso ha dichiarato, da due episodi, uno che riguarda i primi anni della storia dell’azienda fondata insieme a Steve Jobs, e l’altro di questi ultimi giorni.
Ai tempi della creazione dell’Apple II, ci fu la necessità di utilizzare un generatore di caratteri, per raggruppare semplicemente i pixel sullo schermo della TV.
Solo che la RCA a quel tempo aveva depositato un brevetto sui generatori di caratteri per dispositivi raster, che nulla aveva a che vedere con quello che avrebbero fatto con l’Apple II e con il futuro dell’informatica.
Apple fu quindi costretta a pagare 5 dollari ad RCA per ogni Apple II piazzato sul mercato, per “una piccola idea che non è niente di grandioso: tenere conto dei bit e visualizzare i caratteri corrispondenti sulla TV. Non vi sono altri modi possibili di farlo, chiunque sarebbe arrivato alla stessa conclusione”.
Il secondo episodio riguarda Paul Allen, il co-fondatore di Microsoft. Come ci racconta lo stesso Woz: “L’altra sera, Paul Allen parlava al Computer History Museum e avevo quattro biglietti ma all’ultimo minuto ho deciso di non andare, poiché ho rammentato che sta denunciando società come Google e Apple ma non Microsoft, giacché quest’ultima ha comprato i suoi brevetti.
Diavolo! Allen dovrebbe essere lì fuori a investire in società che fanno qualcosa, costruire prodotti, creare un mondo nuovo e non denunciare le persone andando a spasso con gli avvocati per fare soldi.”
Steve ha infine rincarato la dose, rendendo decisamente chiara la sua opinione sulla nobiltà di queste pratiche: “Non c’è niente di speciale in tutto questo, le grandi società possono permettersi di lavorare e studiare tecniche costose per anni prima di rendere un prodotto accessibile. Indagare e brevettare, brevettare, brevettare…”.
E voi invece, cosa ne pensate dei brevetti e delle cause legali che essi comportano?