Nel 2010, Steve Jobs affermò che le dita umane avrebbero dovuto essere ridotte del 25% per poter interagire bene con un tablet da 7 pollici, e per questo Apple ha sempre ritenuto che i 10 pollici fossero la dimensione minima necessaria per creare grandi applicazioni per tablet. Ma da qualche giorno sappiamo che la società di Cupertino ha presentato l’iPad mini, un dispositivo che tutti definiscono da 7 pollici, ma che lo stesso Tim Cook ha voluto precisare essere di 1 pollice più grande. E secondo molti, questo può fare la differenza nell’uso quotidiano rispetto ad un tablet leggermente più piccolo, come il Nexus 7 o il Kindle Fire HD. Un centimetro può fare la differenza?
Tim Cook ha tenuto più volte a precisare che l’iPad mini è un tablet da 7,9 pollici e non da 7, come invece lo sono gran parte dei dispositivi della concorrenza. Questo può avere dei vantaggi nell’uso quotidiano, dalla navigazione web alla consultazione delle e-mail. Chi ha un iPhone 5 avrà notato come 0,8 pollici possono cambiare il modo di interfacciarsi con uno smartphone, senza però dover rinunciare alle dimensioni contenute. Bene, lo stesso potrebbe dirsi anche dell’iPad mini rispetto a tablet da “soli” 7 pollici.
Come spiegato da Apple, 0,9 pollici in più assicurano un 35% di spazio maggiore sullo schermo e un aggiunta dal 50 al 67% di superficie utile se si confronta con un display da 7 pollici.
Per dare un giudizio definitivo non ci resta che confrontare questo iPad mini con un tablet da 7 pollici, ma già partendo dall’esperienza dell’iPhone 5 rispetto agli iPhone precedenti, allora si può prevedere che nell’uso quotidiano tale differenza si farà sentire.
Insomma, non chiamatelo 7. E’ un 7,9!