Un’esplorazione dei tentativi di Apple di espandere i contenuti dell’iPad con iBooks Author

Con questo articolo vogliamo proporvi un approfondimento sui tentativi effettuati da Apple per espandere i contenuti dell’iPad introducendo un sistema di pubblicazione digitale sul proprio tablet mediante gli standard di Internet, attraverso software sviluppati per Mac.

Sbloccare l’iPad per avere più sviluppatori di contenuti. Con iBooks Author, lo scopo primario di Apple è quello di fare per gli ebooks ciò che aveva fatto in precedenza con la musica per gli iPod e con le applicazioni per gli iPhone: creare un mercato funzionale così da diffondere contenuti digitali su iPad per aumentarne le vendite. Il tablet dell’azienda californiana può già contare su numerosi contenuti, come ad esempio 140.000 applicazioni ottimizzate appositamente per funzionare con esso; tuttavia, la creazione di queste applicazioni richiede doti di programmazione specializzata in Cocoa, a differenza invece di quanto avverrebbe con iBooks Author: il software permette anche ai non-programmatori di creare contenuti dinamici per iPad senza avere sviluppato particolare doti di sviluppo.

Gli sviluppatori preferiscono applicazioni native. Nel 2007, gli sviluppatori di Apple non rimasero particolarmente impressionati dalla creazione di web apps per developer di terze parti. I programmatori sapevano benissimo di poter ottenere molto di più sviluppando applicazioni Cocoa, proprio come lo sapeva Apple. Successivamente l’azienda annunciò che avrebbe creato applicazioni native per iOS mediante l’SDK per iPhone, accompagnato dal nuovo App Store per aiutare gli sviluppatori a fare altrettanto. Il suddetto SDK permetteva ai sviluppatori in possesso di un Mac di utilizzare gli strumenti di sviluppo Xcode con cui avevano già familiarità, permettendo la creazioni di applicazioni per iOS.

Un ulteriore vantaggio delle applicazioni native rispetto alle web apps risiede nel fatto che Apple può vendere le app native esclusivamente mediante l’App Store, offrendo un vantaggio in termini di marketing, scoperta e, soprattutto, profitto. Web apps sono sviluppate per essere compatibili con qualsiasi dispositivo, non hanno un modello di business e sono difficili da monetizzare.

Ad Apple piacciono i web standards. A causa di alcune motivazioni Apple sembrerebbe preferire l’utilizzo di web standards rispetto a Cocoa in alcune situazioni, andando da widget per la Dashboard ai contenuti iAd, passando per gli iTunes Extra arrivando alla presentazione dello stesso iTunes Store. Una di queste ragione risiede nella semplicità, un’altra nella sicurezza. E’ più semplice mantenere alta la sicurezza di Widget e contenuti iAd utilizzando i web standards mediante un web sandbox, così da evitare qualsiasi falla. Tuttavia, l’azienda californiana non ha mai fornito semplici strumenti per la creazione di widgets per iOS o altri contenuti basati sulla tecnologia web. La compagnia ha creato istrtuzioni tecniche che spiegano come web developers esperti possano creare contenuti per iTunes Extras ed iTunes LP, indirizzati all’Apple TV e venduti tramite iTunes.

La compagnia ha inoltre fornito Dashcode per Mac OS X, permettendo ai web developers di creare widgets basati su HTML, CSS e JavaScript che gli utenti possono installare nella Dashboard di Mac OS X, senza tuttavia offrire una via per trasferire queste funzionalità a mini-applicazioni su iOS, senza integrarle in un’applicazione nativa mediante Xcode.

iBooks come contenuti web. Quando Apple ha deciso come creare gli iBooks, ha deciso di supportare EPUB, un formato open web-based; si tratta essenzialmente di siti auto-contenuti. Titoli EPUB sono creati utilizzando HTML, CSS e JavaScript, proprio come i widgets per la Dashboard, iAds, iTunes Extras o web app in generale. Push Pop Press, fondata da due ingegneri Apple, ha preferito una via opposta, con lo scopo di fornire ebooks dinamici, implementati sotto forma di applicazioni native. Questo ha permesso alla compagnia di creare titoli multitouch ulteriormente sofisticati rispetto ai semplici ebooks che potevano essere creati per iBookx 1.x, con l’implementazione di EPUB 2.0.

La compagnia ha tuttavia abbandonato il mercato degli ebooks in seguito all’acquisizione di Facebook, presumibilmente per la paura di essere accusata da Apple di aver violato alcuni brevetti. Il cofondatore Kimon Tsinteris ha successivamente dichiarato ad AppleInsider come tale rumor fosse infondato, in quanto la stessa azienda aveva premiato Push Pop Press con un Apple Design Award. Secondo Josh Gruber, tuttavia, Steve Jobs in persona aveva avvertito Push Pop Press che avrebbe intrapreso più o meno la medesima direzione, come aveva fatto con gli sviluppatori di Panic in merito ad un programma per la gestione digitale di fotografie, prima di iPhoto: “Certo. Non fatelo” avrebbe affermato Jobs.

Gli sviluppatori di Push Pop Press non hanno comunque rilasciato informazioni sulle loro intenzioni e sull’eventuale abbandono dell’idea di ebooks come applicazioni a causa della diretta concorrenza con Apple, lasciando un alone di mistero sulla strada intrapresa.

L’obiettivo limitato di iBooks Author. Qualsiasi sia stata la motivazione della brusca interruzione di Push Pop Press, l’entrata nel settore editoriale di Apple con iBooks Author non sembrerebbe essere indirizzata al più grande pubblico dei publisher. Invece, è riferito esclusivamente ai libri di testo, distanziandosi dalle intenzioni, ad esempio, di Amazon. Nonostante si trovi particolarmente arretrata rispetto ad Amazon nel settore ebook, il vantaggio di Apple è legato all’iPad, velocemente adottato nelle scuole come un personal computer low cost da un alto valore a cui potranno fare riferimento i ragazzi. Amazon non ha fatto progressi nello ‘spingere’ i lettori Kindle nelle scuole, ed i suoi modelli sono indirizzati verso lettori di romanzi, non verso un merkato di libri di testo interattivi con il supporto a modelli 3D e navigazione multitouch.

Con il suo naturale vantaggio nel settore dell’educazione, Apple sta tentando di introdurre la produzione di nuovi, dinamici contenuti che aiuteranno a vendere gli iPad. Piuttosto che aiutare i publisher a sviluppare testi digitali sotto forma di applicazioni native con Xcode, l’azienda ha prodotto uno strumenti, iBooks Author, permettendo la creazione di iBooks dinamici con facilità ed in modo relativamente immediato.

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