Per chi non lo sapesse, la medicina di oggi sfrutta in maniera massiva la rete e le sue potenzialità. Proprio grazie ad internet ogni esperimento, studio o ricerca può essere facilmente organizzato in poche ore da due o più studiosi che magari stanno in continenti diversi; ma soprattutto i risultati di queste ricerche vengono istantaneamente divulgati in tutto il mondo grazie a numerose riviste scientifiche per addetti ai lavori che hanno lo scopo di informare tempestivamente ogni singolo medico del pianeta delle novità e delle scoperte più recenti ed importanti. Capirete dunque che la comparsa su una di queste riviste (per la precisione su Archives of Internal Medicine) di un articolo che parla di iPad e del suo utilizzo in ospedale ha una rilevanza quasi storica.
Lo studio (in realtà piuttosto semplice e non certo sconvolgente per l’apporto alla conoscenza medica n.d.r.) parte dal presupposto che proprio a causa dell’arrivo dei PC e soprattutto di internet il lavoro del medico si è necessariamente spostato -almeno in parte- dal letto del paziente al tavolo dove è posizionato il computer. Esiste un rimedio? Beh, se state leggendo questo blog sapete come noi che la risposta è senza dubbio “sì” e la soluzione è utilizzare un “computer” che sia veramente portatile (quindi non un notebook) in modo da poter avere anche al letto del paziente tutte le informazioni che al momento attuale sono reperibili solo stando davanti al pc; la soluzione è il tablet e -almeno per ora- il tablet per definizione: iPad.
E allora alla facoltà di Medicina dell’Università di Chicago hanno comprato un centinaio di iPad, li hanno distribuiti ad altrettanti medici specializzandi in Medicina Interna e quindi li hanno giustamente mandati a lavorare. Ovviamente il tablet era dotato anche di un software che permetteva loro non solo di navigare in rete ma anche di consultare la cartella clinica dei pazienti, modificarla, contattare il laboratorio analisi e la radiologia per conoscere gli esiti dei vari accertamenti che prescrivevano.
Dopo qualche tempo è stata fatta una valutazione dell’efficenza e del tipo di servizio offerto dagli specializzandi, confrontandola con quanto si faceva prima dell’introduzione degli iPad, ed ovviamente i risultati sono stati più che positivi: meno tempo al tavolo e più tempo vicino ai pazienti; gestione più rapida delle varie procedure previste dal ricovero e generale soddisfazione (circa 4 medici su 5) per il nuovo metodo di lavoro.
Fin qui il lavoro, con il suo risultato fin troppo ovvio e scontato. Come pure è ovvio dire che il coinvolgimento di iPad è quasi incidentale, in quanto la ricerca deve mettere giustamente l’attenzione sulla grande utilità di uno strumento portatile, comodo e maneggevole, sia esso un palmare un cellulare od un tablet.
Ma come anticipato è da rimarcare il fatto che una prestigiosa rivista scientifica abbia pubblicato un lavoro incentrato sull’uso in ospedale di iPad; per intenderci, la stessa rivista molto probabilmente cinquant’anni fa pubblicava un articolo sulle siringhe di plastica… da quanto tempo non vedete usare una siringa sterilizzabile di vetro? Probabilmente dall’ultima volta che avete visto Frankenstein Junior.