Come se non fossero bastati gli interventi degli Stati Uniti, la Germania, la Francia e l’Italia, anche la Corea del Sud si unisce al coro delle nazioni che hanno chiesto ad Apple di fare definitivamente luce sulla questione della geolocalizzazione di iOS4, che ha ormai assunto toni decisamente internazionali.
Probabilmente non sono bastate le ultime parole di Steve Jobs a calmare gli animi nella comunità internazionale, che non sembra infatti essere molto convinta delle parole di His Steveness.
Mentre negli Stati Uniti è Stata avviata la prima class action contro Apple infatti, nuove voci si aggiungono alle istituzioni che hanno già chiesto chiarimenti ad Apple su questa faccenda che ormai da qualche settimana sta monopolizzando l’attenzione in merito alla gestione dei dati di geolocalizzazione da parte degli iDevice equipaggiati con iOS4 e 3G.
Nonostante la situazione sia abbastanza chiara, le clausole di iOS4 ne contengano esplicito riferimento, ed anche voci autorevoli abbiano già espresso la loro opinione in merito, il governo della Corea del Sud starebbe verificando la possibilità che il mantenimento delle informazioni di localizzazione senza l’esplicito consenso degli utenti possa violare le leggi dello stato coreano, come riportato oggi da 9to5 Mac:
“La commissione sulle comunicazioni del governo coreano ha chiesto ad Apple con quale frequenza queste informazioni vengono collezionate e salvate, e se l’utente può scegliere se mantenerle o salvarle. Apple deve spiegare perché tali dati sono salvati sui device e se sono memorizzati anche sui server della compagnia.”
Ormai quello che è stato già definito un vero e proprio Localtiongate sta assumendo proporzioni inimmaginabili all’inizio e, se le dichiarazioni non di poco conto di El Jobso su Android dovessero essere confermate, travolgerà anche il sistema operativo di casa Google.
In ogni caso Apple da tradizione sta mantenendo fermamente la sua posizione. Chi farà il prossimo passo?
Voi che ne pensate?