Riflessioni filosofico-tecnologiche, su Wired parla Maurizio Ferraris: ‘iPad, anima di scorta’

Maurizio Ferraris è docente di filosofia teoretica presso l’Università degli Studi di Torino e suo è l’articolo, pubblicato sul numero di gennaio di Wired, il cui titolo recita: ‘iPad, anima di scorta’. Le argomentazioni proposte dal Professor Ferraris fanno dell’iPad un supplemento d’anima. Ma che cosa intende? Proponiamo di seguito i punti salienti della sua riflessione, invitandovi alla lettura dell’articolo originale.

L’iPad, come sappiamo, svolge tra le sue svariate funzioni quella di supporto per scrivere; esattamente come sulla tavoletta di cera adoperata dagli antichi o il foglio di carta dei moderni, attraverso l’iPad abbiamo la possibilità di ‘fermare i nostri pensieri’, fissarli, per così dire, come fossero un punto tracciato su un piano cartesiano, le cui coordinate sono lo spazio e il tempo.
Poste le giuste premesse, il Professore ci fa notare che tra le più antiche rappresentazioni dell’anima troviamo proprio quella che la vuole ‘supporto scrittorio’.

Pensare è come scrivere discorsi dell’anima, è tenere a memoria, annotare, coordinare e concatenare. E una volta che se ne va la memoria, se ne va anche il pensiero.

Ecco che allora ci viene spiegato perché l’iPad può essere considerato un supplemento d’anima: l’archivio di scritture e immagini che conserviamo attraverso il nostro Apple Device, ci aiuta a ricordare.
Un hard disk esterno della nostra anima in sostanza, mi permetto di aggiungere. Parafrasando Ferraris:

Ecco che cosa si compra quando compriamo un iPad: un’anima [di scorta], un animated-book, un a-book.

Detto questo, perchè possiate avere il piacere di conoscere le conclusioni tracciate dal professor Ferraris in merito alla questione, vi rimando alla lettura integrale del suo saggio su Wired.

E adesso, di corsa a scrivere (sull’iPad?)… scrivere per archiviare, fissare, non dimenticare.

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