Vincenzo Novari di 3Italia parla dell’iPad

Anche 3Italia proporrà presto le sue offerte per le tariffe dati relative all’iPad ed intanto Vincenzo Novari, amministratore delegato della società, ci parla del nuovo tablet di Apple, fornendoci interessanti spunti.

Ecco le sue parole:

In molti si sono già lanciati alla ricerca di tutto quello che allontana l’iPad dalla perfezione: non c’è una videocamera (almeno per ora), non fa sms, ha una memoria limitata, non è né un telefono né un computer, e via elencando, con un furore iconoclasta del tutto simmetrico allo stato di esaltazione mistica in cui versano i fan della Mela morsicata.

Ciò che mi interessa di più, molto di più, è il complesso delle trasformazioni antropologiche che l’iPad innesca: non tanto per il suo essere single-tasking, escludendo così la possibilità di fare le cose in parallelo, quanto per la tendenza dell’iPad a essere un prodotto always on, always with me, mobile, sì, ma capace di essere modellato sulle mie esigenze, inclusa quella di portare sempre con me, per essere condiviso, il mio tesoro di foto, musica e ora anche libri, quotidiani e magazine.

La digitalizzazione della nostra stessa esistenza (il nostro sapere, i nostri ricordi, i nostri desideri) è un processo che parte da lontano, ma che trova nell’iPad, al di là dei risultati commerciali che saprà raggiungere, una pietra miliare. Lo schermo a funzionamento tattile, che Apple ha abbracciato con una convinzione che è mancata ad altri produttori, è perfetto per spiegare a cosa ci si riferisca con la formula high tech, high touch, ovvero alla “controspinta” umana indispensabile per bilanciare l’innovazione tecnologica e non innescare fenomeni di rigetto.

Toccare uno schermo per spostare oggetti digitali, o attivare un’applicazione, navigare su Internet, assomiglia molto di più alla nostra esperienza analogica di quanto non accada con l’impartire ordini alla macchina attraverso una tastiera. L’idea che si possa passare dalla scrivania al divano, accantonando periferiche e mouse, e quindi con un approccio più rilassato, non mancherà di interessare i digitali non nativi per ragioni anagrafiche, oltre al mercato dei già possessori di iPhone. L’iPad crea un nuovo mercato come ha fatto la Wii. Forse il bandolo della matassa è qui: la maggior parte delle persone non ha affatto bisogno di un computer vero e proprio per mandare una email, archiviare una foto o un mp3 e navigare su Internet.

E se quello di Apple è un mondo chiuso (come il Paradiso Terrestre, osserva qualcuno), capisco anche il “ricatto” che Steve Jobs propone al mercato: volete prodotti che funzionano e facili da usare, applicazioni che non vi congelino il terminale e un’estetica inimitabile? Beh, accomodatevi, ma alle nostre condizioni.

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