Apple e i progetti “fake”: solo voci

In qeusti giorni si è molto parlato di una pratica che Apple attuerebbe all’interno dei suoi laboratori al fine di scoprire quali dipendenti divulgano notizie segrete, quella di realizzare progetti “fake” di prodotti che mai vedranno la luce, al solo scopo di controllare la fedeltà di chi lavora in Apple. Tale pratica, però, non sarebbe mai stata attuata da Apple, come confermato in un interessante articolo pubblicato da Ars Technica.

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Parlando con un certo numero di dipendenti ed ex-dirigenti Apple, si è scoperto che la realizzazione di progetti fake è semplicemente una voce, una legenda. Nessuno ne ha mai sentito parlare, anche se Apple attua diverse altre procedure per mantenere alto il livello di segretezza dei suoi progetti.

Ogni dipendente deve infatti firmare accordi di non divulgazione, i quali prevedono penali molto alte. Certo, può capitare che un progetto non vada in porto per un cambio di strategia, ma mai Apple ha iniziato la realizzazione di un prodotto fake solo per scoprire i “traditori”. Sarebbe un dispendio di risorse, soldi ed energie inutili, in quanto i già citati accordi e altre misure adottate dall’azienda sono più che sufficienti per evitare la divulgazione di notizie interne.

Non a caso, le falle sulla segretezza di Apple non riguardano certo il campus di Cupertino, dal quale non è mai uscita una notizia, ma sono nate direttamente in Cina, da dipendenti delle fabbriche in cui vengono assemblati i prodotti Apple. E’ lì che la società deve lavorare per evitare divulgazioni come quelle sull’iPhone 5 o l’iPad mini.

 

 

 

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