Ebbene sì, il prodotto del nuovo millennio è comparabile ai migliori computer del secolo passato, fino al 1994. Se consideriamo però le dimensioni, il tipo di schermo e che sono passati tutto sommato pochi anni, è incredibile quanto grande sia stato il balzo della tecnologia.
I test comparativi sono stati eseguiti dal prof. Jack Dongarra, che è tra gli autori dei primi software di test dell’hardware, i benchmark, introdotti nel 1979.
I risultati di “stress” software, a cui è stato sottoposto un singolo core del processore A5, sono migliori del computer più potente al mondo del 1985, il Cray-2. Si trattava di un super computer dal costo proibitivo, che lavorava per la Difesa americana e la ricerca nucleare. Rimase il computer più veloce del mondo fino al 1990. Dalle foto si può vedere quanto ingombrante fosse un supercomputer di quegli anni, con una capacità di calcolo equivalente al tablet o smartphone dei nostri giorni.
Dall’ingombro di una stanza intera al palmo di una mano. E senza il sistema di raffreddamento e mantenimento energetico. Tanto è riuscita a fare in 20 anni la ricerca tecnologica.
I risultati dei test del prof. Dongarra sono equivalenti alla versione a 4 processori del Cray-2, che nella versione a 8 processori era appunto il computer più potente al mondo degli anni ’80.
Dongarra ha poi stabolito un confronto preciso con la prima versione iPad, ottendendo come risultato reale una velocità di dieci volte superiore del nuovo modello di iPad.
Ad oggi i test precisi e completi sono stati eseguiti sul singolo core del processore A5, e quando saranno terminati sull’intero processore, Dongarra stima come reale capacità di calcolo un valore di 1.5 – 1.65 gigaflop (operazioni al secondo). Questo determina automaticamente la posizione di uno tra i migliori computer del mondo fino al 1994.
Dongarra azzarda anche l’ipotetico confronto di un supercomputer costruito da una serie di tavolette iPad 2, situazione improbabile, ma che avrebbe solo come inconveniente i costi: “Il rapporto prezzo e prestazioni non sarebbe affatto favorevole, però il consumo energetico sarebbe tutto a favore di un supercomputer costruito da una pila di iPad 2“.
Mettere insieme una serie di tavolette iPad per creare un cluster sarebbe tutt’altro che facile, sostiene Dongarra, perché andrebbe eseguito per prima cosa il jailbreak, eppoi funzionerebbero tra loro solo in wireless.