Guy Tribble al Senato: “Apple non traccia gli spostamenti degli utenti”. Ma i dubbi rimangono

L’audizione presso il Senato degli Stati Uniti d’America c’è stata ieri, e in quell’occasione Apple è stata rappresentata da Guy “Bud” Tribble, che ha ribadito alcuni concetti già sottolineati da Jobs e soci nei giorni scorsi.

L’attenzione creatasi attorno al Locationgate si è attenuata, ma non è di certo sparita, nonostante le spiegazioni di Apple e l’uscita della versione 4.3.3 di iOS.

Durante l’udienza al Senato, Guy Tribble, vicepresidente dell’area software technology di Apple, ha di nuovo chiarito la posizione di Apple in merito al presunto tracciamento degli utenti:

“Non condividiamo informazioni sui clienti con terze parti senza il consenso esplicito. Apple non traccia gli spostamenti degli utenti. Apple non l’ha mai fatto e non ha piani per farlo. Un dispositivo Apple non invia ad Apple alcuna specifica informazione legata a un singolo utente. Lo scopo della cache è di permettere al dispositivo di rispondere più velocemente e affidabilmente alle richieste di geolocalizzazione. Apple non ha mai tenuto traccia dello spostamento di un individuo. I dati visti negli iPhone non sono legati alle posizioni passate o presenti del telefono, ma ai ripetitori posti intorno al telefono. Nonostante la cache non fosse criptata, era protetta da altre applicazioni sul telefono.”

Per chi ha seguito assiduamente la vicenda in queste ultime settimane, le dichiarazioni di Tribble, riportate oggi da Melablog, non aggiungono nulla di nuovo alle spiegazioni che Apple ha fornito nei giorni scorsi, e non sembrano in ogni caso chiarire i dubbi dei più scettici.

E’ stata soprattutto la frase “I dati visti negli iPhone non sono legati alle posizioni passate o presenti del telefono, ma ai ripetitori posti intorno al telefono” a non essere stata gradita dagli esperti di privacy, che la considerano un giro di parole per non ammettere banalmente che i ripetitori in ogni caso identificano la posizione dell’utente che si trovava nel raggio degli stessi, e quindi tracciare i ripetitori è una modalità indiretta, anche se magari non voluta, di tracciare l’utente.

L’errore di Apple è stato nella superficialità con cui questi dati venivano trattati e mantenuti in memoria, e ciò è stato anche confermato dalla stessa uscita del fix nella versione 4.3.3 di iOS, il che non lascia altri dubbi in merito.

Si prevedono fortunatamente tempi duri per chi non porrà sempre la dovuta attenzione nella gestione dei dati personali degli utenti e non li renderà sempre pienamente coscienti di come questi vengono gestiti.

 

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